Roma
Omicidio Sacchi: “Del Grosso sparò a Luca”. La verità dell'amico del killer
Il teste sentito in aula durante il processo: “Non pensava di averlo ucciso. In quel periodo stava male, andava dallo psicologo e assumeva farmaci”
"Ho incontrato Valerio Del Grosso il giorno dopo l’omicidio. Ci siamo visti a Tor Sapienza e mi ha detto che la sera prima aveva fatto una sciocchezza, che non pensava di aver ucciso Luca Sacchi. Ha detto che non aveva mai avuto un’arma in mano prima e ha mimato il gesto di sparare verso il basso, verso il marciapiede".
A parlare in aula, sentito come testimone, un amico di Valerio Del Grosso nel processo davanti alla prima corte d'assise di Roma per l'omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa davanti al John Cabot, pub in zona Appio.
"La sera in cui ci siamo incontrati insieme ad altre persone aveva le lacrime agli occhi, stava male - ha detto il testimone in aula, parlando dell'imputato - non ce la faceva neanche a parlare, aveva paura a dirlo alla sua famiglia e fui io a dirlo a suo fratello. Io ho consigliato a Del Grosso di consegnarsi alle forze dell’ordine ma la paura lo ha frenato. So che in quel periodo aveva problemi con la ex compagna, era legatissimo al figlio, andava dallo psicologo e assumeva farmaci".
I legali della famiglia Sacchi: "Per il carabiniere Luca era estraneo alla droga"
"Il carabiniere ascoltato oggi in udienza ha riferito che nel corso dell’incontro avvenuto il 12 ottobre scorso tra un soggetto noto agli inquirenti perché indagato per traffico di droga, e Giovanni Princi, il giovane Sacchi non ebbe alcun ruolo". Lo affermano in una nota i legali della famiglia di Luca Sacchi, gli avvocati Armida Decina e Paolo Salice.
"Il teste - aggiungono i legali - in aula ha riferito che Sacchi è rimasto lontano 2-3 metri ed era totalmente disinteressato a ciò che i due si dicevano". Secondo gli avvocati Decina e Salice, questa è l’ennesima prova dell’estraneità di Sacchi dal mondo della droga. I legali, infine, aggiungono: "Oltre ad assicurare alla Giustizia tutti i colpevoli dell’omicidio, è nostro interesse far emergere la personalità di Sacchi e, dopo quanto emerso oggi, possiamo serenamente affermare che Luca non c’entrava assolutamente nulla con il mondo della droga".