Roma
Omicidio Sacchi, il killer Del Grosso al gip: “Non volevo uccidere Luca”
Valerio Del Grosso, il killer di Luca Sacchi, parla davanti al gip: “Non volevo uccidere nessuno, era la prima volta con un’arma in mano”
“Non volevo uccidere nessuno, era la prima volta che prendevo un’arma in mano”. Lo ha detto Valerio Del Grosso, il ragazzo 21enne che ha sparato a Luca Sacchi, in una dichiarazione spontanea davanti al gip di Roma Costantino De Robbio e al pm Nadia Plastina, nel corso del nuovo interrogatorio di garanzia.
L'indagato, difeso dall'avvocato Alessandro Marcucci, si è avvalso della facoltà di non rispondere così come il computato nel delitto, Paolo Pirino.
Nel carcere di Regina Coeli sono poi in corso gli interrogatori di garanzia per Giovanni Princi e Marcello De Propris, arrestati entrambi venerdì. De Propris, è accusato di concorso in omicidio per avere fornito ai killer la pistola utilizzata poi per uccidere Sacchi mentre a Princi, ex compagno di scuola della vittima, è contestato il tentativo di acquisto di 15 chili di droga insieme a Anastasia Kylemnyk, sottoposta all'obbligo di firma, che sarà interrogata domani.
"Princi è addolorato per la morte del suo amico Luca Sacchi al quale era legatissimo. Per lui è stata una vicenda dolorosissima", ha affermato l’avvocato Massimo Pineschi, legale del giovane amico di Luca Sacchi che oggi ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. "So che anche i genitori di Princi, con i quali ho parlato, sono sconvolti per quanto accaduto - aggiunge l'avvocato -. Il mio assistito è scosso, è alla sua prima esperienza detentiva, potete immaginare come sta. Valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti". Anche Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio, ha scelto di non rispondere al giudice.
Omicidio Sacchi, amico: "Luca non usava droghe e non era preoccupato"
"Luca non mi ha mai raccontato di liti, timori o minacce ricevute da terze persone, anzi mi ha sempre detto che andava tutto bene e che l’unica cosa a cui mirava era di organizzare una gara in moto su pista". Lo ha raccontato ai carabinieri Domenico Costanzo Marino Munoz, 23enne di nazionalità cilena, amico di Luca Sacchi con il quale condivideva la passione per le moto, poche ore dopo l'agguato davanti al John Cabot Pub. "L’ultima volta che ho visto Luca - è stato il ricordo di questo studente, riportato dai carabinieri nell'informativa finale consegnata in procura - è stata una settimana prima dei fatti nella palestra che frequentiamo. Non mi ha raccontato di alcun problema e non mi è sembrato affatto preoccupato. Non mi risulta che Luca facesse uso di sostanze stupefacenti ne che frequenti persone poco raccomandabili".
Omicidio Sacchi, amico: "Luca usava messaggistica criptata"
Luca Sacchi usava l'applicazione "Signal", servizio di messaggistica criptato per smartphone e pc, per comunicare. Si tratta della stessa app di cui si serviva la fidanzata Anastasia per chattare e telefonare in sicurezza con il telefonino. A dirlo ai carabinieri Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Sacchi. "Alle ore 22,30 del 23 ottobre - è il ricordo di Munoz, il cui verbale è contenuto nell'informativa consegnata dai carabinieri alla procura - ho ricevuto sul mio telefonino cellulare, tramite applicazione Signal, un messaggio da parte di Luca, il quale mi comunicava che era in compagnia della sua fidanzata Anastasia e che mi invitava a raggiungerlo per bere una birra al pub di via Bartoloni". Incontro che avviene alle 23. E pochi minuti dopo, l'aggressione a Luca e alla ragazza da parte di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, e il colpo di pistola che uccide il personal trainer.