Roma
Omicidio Sacchi, il padre e la droga: “Luca era pulito”. I dubbi su Anastasia
Conferenza stampa del padre di Luca Sacchi. L'avvocato Salice: “Anastasia? Camminiamo con i piedi di piombo”
Omicidio Luca Sacchi, la famiglia del personal trainer di 24 annoi ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì scorso davanti al John Cabot in zona Appio rompe il silenzio: conferenza stampa del padre Alfonso, che esclude immediatamente legami di suo figlio con il mondo della droga. Restano dubbi sulla posizione di Anastasia.
“Ad oggi non è ancora stato dato il nullaosta per i funerali di Luca, ma abbiamo deciso di incontrare i giornalisti per correggere il tiro sulla dinamica della vicenda e chiarire alcuni aspetti raccontati in modo non corretto”. Inizia così la conferenza stampa della famiglia di Luca Sacchi. All'Appia Park Hotel di via Appia Nuova 934, ci sono Alfonso Sacchi, papà di Luca, e i due legali della famiglia Paolo Salice e Armida Decina.
“In alcuni giornali è apparsa frase 'è immorale' difendere Anastasia, mai detto. Quando si parla di Anastasia camminiamo con piedi di piombo. Lei non è indagata e in ogni caso non si è mao rivolta a noi. Ci sono delle ombre, ma non solo su Anastasia... Anche sulla figura di alcune persone coinvolte. Noi speriamo che Anastasia non c'entri nulla. Speriamo che la ragazza abbia detto la verità, se dovesse emergere altro prenderemo noi le nostre posizioni”, ha precisato l'avvocato Paolo Salice.
La parola passa al Padre di Luca: “Anastasia era come una figlia e mio figlio era stupendo, cristallino, un ragazzo pulito. Aveva tanta voglia di vivere, sono qui da solo perché mia moglie non ce l'ha fatta. È devastata, forse mio figlio mi sta dando coraggio e io per prendere coraggio ho indossato anche i suoi indumenti”.
“La sera della tragedia – continua Alfonso Sacchi – gli ho fatto una puntura perché aveva male alla schiena. Mi ha detto 'ti voglio bene', poi mi ha abbracciato, baciato ed è uscito. È l'ultima immagine che ho di mio figlio. Anastasia non era con noi quella sera. Luca era lì per controllare suo fratello”.
Alfonso Sacchi poi smentisce ogni possibile legami di Luca con il mondo della droga: “Luca era uno sportivo e non andava né con la droga né con armi in tasca. Gli dava fastidio anche che Anastasia fumasse la sigaretta elettronica, lei aveva smesso di fumare. Era un salutista”. Concetto ribadito anche dall'avvocato Saliice: “Famiglia Sacchi = No droga, questa è equazione certa”.
Riguardo a possibili frequentazioni "sbagliate" di Luca, Alfonso Sacchi dice: "Gli amici che frequentava Luca sembravano brava gente. Tutti di vecchia data, come Nicolas suo amico fraterno che ora è in Spagna, è venuto da noi appena ha saputo la notizia ed è svenuto. Poi pochi altri e tutti per bene. Ultimamente si era aggiunto questo Giovanni (Princi, ndr) con cui andava in moto. Con lui ha frequentato il liceo classico, poi come spesso succede si erano persi di vista. Aveva ripreso a frequentarlo da 5/6 mesi per la comune passione delle moto. Non indagavo più di tanto sui ragazzi con cui usciva perché mi fidavo. Dopo la morte di Luca ho abbracciato tutti, c'erano i suoi amici si ma non so chi di preciso. Avevo la nebbia in testa, pensavo solo a mio figlio".
Della versione dei fatti di Anastasia ha parlato l'altro legale della famiglia Sacchi, Armida Decina: “Anastasia ci ha raccontato ciò che ha detto ai carabinieri. Lo ha detto a tutti, non ci ha mai parlato né degli zaini né della 'compravendita'”.
Il papà di Luca ha voluto infine raccontare un picccolo dettaglio su Anastasia: "Dopo la morte di Luca, Anastasia è venuta a casa. Io l'ho abbracciata, le ho dato coraggio e abbiamo pianto tutti insieme. Ha dormito da noi una notte e poi non si è vista più... Per me Anastasia era una brava ragazza, ma poi un genitore cosa può fare? Spero che sia pulita e sincera, perché al dolore si aggiungerebbe altro dolore. Se poi recitasse così bene, allora, sarebbe la regina di Hollywood".
“Chiedo solo giustizia per Luca, era una brava persona. Speriamo in un processo rapido e non ventennale, come spesso accade in Italia”, ha concluso Armando Sacchi.