Omicidio Vannini, Marco poteva essere salvato: arriva il giudizio dei periti
La famiglia della fidanzata aspettò a chiamare i soccorsi e mentì sul tipo di ferita
Marco Vannini, il giovane morto a Ladispoli dopo essere stato colpito da un proiettile sparato dal padre della sua fidanzata, si sarebbe salvato se fosse stato soccorso tempestivamente.
Dopo oltre 2 anni dall'omicidio del 20enne, arriva la ricostruzione dei periti nominati dalla Corte d'Assise di Roma: il 20enne non sarebbe morto se la famiglia della sua ragazza avesse subito subito chiamato il 118 dichiarando che si trattava di una ferita d'arma da fuoco.
Le cose, però, sono andate diversamente. Marco è stato raggiunto dal colpo di pistola, ma i soccorsi, quella notte, vennero chiamati in ritardo dai Ciontoli, che mentirono dicendo che il giovane si era ferito in bagno con un pettine appuntito.
Per la morte di Marco Vannini sono finiti a processo con l'accusa di concorso in omicidio Antonio Ciontoli, i suoi due figli Martina e Federico, e sua moglie Maria Pezzillo. Viola Giorgini, fidanzata di Federico, è invece accusata di omissione di soccorso.