Roma
Omicidio Willy, “I Bianchi degli esaltati”: il pugile Socci smonta i killer
Dario Socci, campione della boxe, sugli arrestati per l'omicidio: "Un ko non rende di voi né pugili, né tantomeno uomini”. In migliaia alla fiaccolata per Willy
Omicidio di Willy Monteiro Duarte, “un ko non rende di voi né pugili, né tantomeno uomini”: a smontare l'aura di onnipotenza che aleggiava intorno ai fratelli Bianchi ed agli aggressori del piccolo 21enne è Dario Socci, campione salentino della boxe che a Roma si è messo a disposizione dei giovani insegnando lo sport in una palestra della periferia.
“I ragazzi che hanno picchiato e ucciso il piccolo Willy non sono dei combattenti, non sono pugili, né Lottatori di Mma. Sono degli esaltati che entrano in palestra per moda, come fanno tanti, forse troppi. Molti ragazzi fanno la partitella a calcio, ma questo non li rende calciatori, e sopratutto se litigano o uccidono qualcuno non vengono etichettati come calciatori. Perché allora chi entra in una palestra dove si praticano sport da combattimento diventa automaticamente un pugile o un lottatore? Detto questo, abbiamo fallito di nuovo, tutti!”, è il pensiero di Socci.
Il pugile è una star della boxe: ha combattuto per il titolo IBF intercontinentale in Sud Africa e per il titolo IBF Europa in Inghilterra, con 21 match combattuti in tutto il Mondo, professionista acclamato come “The Italian Trouble”. Socci sarà anche lo sfidante al titolo italiano FPI che si disputerà il 13 novembre 2020 a Mantova.
Socci ha deciso di mettersi al servizio dei giovani accettando finalmente di insegnare lo sport diventato la sua disciplina di vita, aderendo ad un progetto di una nuova palestra nella Capitale .
A Paliano in migliaia alla fiaccolata per Willy
In migliaia hanno camminato silenziosamente per le vie del paese. Maglietta bianca e fiaccola tra le mani per ricordare il loro amico e concittadino Willy Monteiro. A Paliano mercoledì sera c'erano tantissimi i giovani in lacrime arrivati da tutto il circondario per dire 'mai più' alla violenza. In prima fila oltre che i familiari del 21enne ucciso di botte anche i sindaci di Paliano, Colleferro ed Artena.
E proprio il sindaco della cittadina del massacro ha spiegato: "Eravamo a Paliano in migliaia: per soffrire insieme, per ricordare insieme, per imparare insieme la compostezza nella sofferenza che ci insegnano i famigliari di Willy. Eravamo talmente tanti che gli applausi partivano in testa e arrivavano in coda dopo 10 minuti: una sensazione da brivido lungo la schiena, alla quale seguiva di nuovo il silenzio. Ho parlato con gli splendidi ragazzi di cui spesso si dice in questi giorni: gli amici di Willy, gli organizzatori della fiaccolata. Scossi ma coraggiosi si sono fatti fortezza attorno alla famiglia in ogni momento, soprattutto a scudo di certa stampa. Quando il padre di Willy, abbracciandomi forte mi ha ringraziato ho provato vergogna. Quando l’ambasciatore di Capo Verde, in un abbraccio successivo mi ha ringraziato di nuovo avrei voluto sparire. Grazie? Di cosa? Ad entrambi ho chiesto di perdonarci, ho chiesto scusa con la poca voce che mi rimanere in questi giorni. Quando indossi la fascia rappresenti tutti e ti senti sulle spalle il peso dei limiti e delle responsabilità che tutti abbiamo".