Roma

Open Arms: “Salvini indecente e cinico”. Parla Giachetti: “IV coerente”

Il deputato di Italia Viva spiega il perché dell'astensione in Giunta: “Scelta coerente con quanto abbiamo fatto in passato”

Open Arms, dopo il voto con cui la a Giunta per le immunità del Senato ha deciso di respingere la richiesta dei magistrati siciliani di rinviare a giudizio Matteo Salvini grazie anche all'astensione di Italia Viva, parla il deputato romano e renziano Roberto Giachetti: “Il leader della Lega indecente e cinico”.

 

L'ex candidato sindaco di Roma nel 2016 in un lungo post su Facebook spiega le motivazioni dell'astensione del suo partito al voto della Giunta e il perché questo non sia un tendere la mano al nemico Salvini. “Ancora una volta – scrive Giachetti – le nostre scelte vengono attaccate da Sinistra (per il fatto che non agiamo secondo il cannibalismo dilagante in tema di giustizia) e da Destra (per una presunta incoerenza garantista). Il fatto di essere attaccati da ambo le parti dovrebbe rassicurare se non fosse per il fatto che conferma il quotidiano e comune tentativo di distruggere la nostra immagine, le nostre posizioni, le nostre scelte”.

Giachetti continua poi rispondendo ai messaggi di perplessità o di critica che gli sono arrivati: “Non voglio neanche considerare un fatto, cioè che se anche avessimo deciso di partecipare al voto schierandoci a favore dell’autorizzazione a procedere il risultato non sarebbe cambiato, se non per evidenziare la strumentalità e la disonestà intellettuale di chi pur di gettare fango lascia intendere che la nostra posizione sia stata decisiva. Ma appunto per me è irrilevante. Penso che la nostra posizione sarebbe stata ineccepibile anche, e a maggior ragione, se fosse stata determinante. Ho sempre pensato che la politica di Salvini su immigrazione e sbarchi fosse indecente e cinica. Ma appunto parliamo di politica. Troppi continuano a pensare (come spesso successe con Berlusconi) che quando non si è capaci di sconfiggere un avversario politicamente sia lecito delegare il compito alla magistratura. Ecco io continuo a dire che questo rappresenta il suicidio della politica. E, infatti, se Salvini è stato sconfitto (lo so che non fa piacere ricordarlo) è stato per l’iniziativa di Renzi (poi seguita dagli altri) volta al non fargli avere i pieni poteri, andando al voto la scorsa estate.Il primato della politica appunto”.

“Chi ha un barlume di cultura giuridica e di senso di responsabilità – prosegue – capisce bene che quando deputati e senatori, in via eccezionale, sono chiamati a decidere della libertà o anche solo del rinvio a processo di una persona, hanno il dovere di studiare bene le carte, di distinguere nel giudizio tra il presunto tornaconto politico e la difesa dello stato di diritto. In questi casi chi, da una parte e dall’altra, agisce come un tifoso o peggio un pasdaran, semplicemente non ha alcun barlume di cultura giuridica, anzi direi proprio di senso della giustizia. E allora, che vi piaccia o meno, quando si devono prendere decisioni così importanti studiare, approfondire, chiedere di avere tutti gli elementi necessari è doveroso, non è un superfluo esercizio dilatorio. Un comportamento responsabile che solo la cultura giustizialista può ritenere un’ostruzione al rapido raggiungimento del proprio obiettivo. Si sa che la coerenza spaventa gli estremisti ed è indigesta ai faziosi, ma per chi crede nella politica migliore deve rimanere invece la stella polare. E, chiunque sia in buona fede, non può non trovare nella scelta di oggi una assoluta coerenza con quanto abbiamo fatto in giunta la volta precedente nel caso della Gregoretti”.

“Ora dobbiamo pretendere che gli ulteriori documenti siano messi a disposizione perché poi un voto in aula dovrà essere espresso. E per le stesse esigenze di piena chiarezza prima della decisione, visto che si deve assumere una scelta politica, sapere se quella decisione è stata o meno condivisa con il Presidente del Consiglio, con altri Ministri o con l’intero Governo, è cosa tutt’altro che marginale. So che per qualcuno questi sono sofismi e accademia – conclude Giachetti – ma forse in tempi di sovranismi, populismi e tribalismi un po’ di civiltà giuridica per piantare qualche seme di buona politica può aiutare a costruire un paese migliore. E Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno”.