Roma
Orlandi e Gregori, misteri senza fine. Il giudice archivia: il caso è chiuso
Finisce in archivio l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, avvenute entrambe nel 1983. Lo ha deciso il gip Giovanni Giorgianni su richiesta del procuratore Giuseppe Pignatone e dei pm Simona Maisto ed Ilaria Calò. Il gip, in particolare, ha così respinto l'opposizione alla richiesta di archiviazione formulata da legali dei familiari delle due donne.
La scomparsa della allora 15enne cittadina vaticana avvenne il 22 giugno del 1983 mentre quella della Gregori il 7 maggio dello stesso anno. L'inchiesta vedeva sei persone iscritte nel registro degli indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, Sergio Virtù, autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani detto "Ciletto", Gianfranco Cerboni detto “Gigetto”, Sabrina Minardi, già supertestimone dell'inchiesta e compagna di Renatino De Pedis, e il fotografo Marco Fassoni Accetti. Il 5 maggio la Procura chiese l'archiviazione del fascicolo.
"La richiesta di archiviazione conclude indagini estremamente complesse e approfondite – si legge in una nota diffusa quel giorno e firmata dallo stesso Pignatone - condotte dalla squadra mobile di Roma e direttamente dai magistrati di questo ufficio nei confronti di diversi indagati, protrattesi per moltissimi anni dopo una prima fase definita con sentenza di proscioglimento degli imputati emessa dal giudice istruttore di Roma il 19 dicembre 1997". La richiesta di archiviazione, fu sollecitata non essendo "emersi elementi idonei a richiedere il rinvio a giudizio di alcuno degli indagati". Ciò "all'esito delle indagini che hanno approfondito tutte le ipotesi investigative man mano prospettatesi sulla base di dichirazioni di collaboratori di giustizia e di numerosi testimoni, dalle risultanze di inchieste giornalistiche e anche di spunti offerti da scritti anonimi e fonti fiduciarie".
"L'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori deve essere archiviata perche' "gli accertamenti probatori acquisiti nel corso delle indagini preliminari sono, allo stato, non provvisti della consistenza, neppure indiziaria, necessaria a sostenere l'accusa in giudizio e a giustificare un vaglio dibattimentale, ne' paiono utilmente esperibili ulteriori indagini con la finalita' di valorizzare quegli elementi dotati di una piu' significativa, ancorche' incongruente, pregnanza investigativa". E' un passo delle 63 pagine di motivazioni con cui il gip Giovanni Giorgianni ha posto la parola fine a una indagine lunga 32 anni assecondando la richiesta avanzata dal procuratore Giuseppe Pignatone e dai pm Ilaria Calo' e Simona Maisto.