Roma

Orrore ai Parioli, Diotallevi come Hitler: amante degli animali e assassino

Lo psicologo Alessandro Meluzzi: “Non poteva che sembrare una persona tranquilla”

Uccide la sorella, la fa a pezzi, ma per tutti è una "persona normale". Ecco chi è Maurizio Diotallevi, l'assassino dei Parioli, secondo lo psicologo Alessandro Meluzzi.

 

di Diana Maltagliati

 

Cosa può portare un uomo a uccidere la propria sorella?

Più della persona noi possiamo parlare del contesto. E il contesto si compone di tre elementi: uno è la fatica quotidiana di vivere. Questi due fratelli erano rimasti nella casa di proprietà. Classica, piccola e dignitosa borghesia metropolitana, erano caratterizzati da una certa situazione di difficoltà e di decoro. In cui un 62enne che in realtà non aveva mai avuto una vera collocazione né lavorativa né familiare, dipendeva economicamente dalla sorella. La cosa probabilmente produceva anche delle tensioni e delle distorsioni che i vicini che li conoscevano superficialmente non potevano cogliere, ma che probabilmente avevano sviluppato nel tempo un elevato livello di tensione e di ostilità.
Il secondo elemento è l'isolamento, la solitudine sociale, cioè la mancanza di legami, di rapporti, vivere in un certo schermo di falsa coscienza rispetto alla difficoltà o impossibilità nel chiedere aiuto e che porta a una progressiva prevalenza del rimosso, quindi alla possibilità di comportamenti esplosivi.
Terzo l'efferatezza dell'insieme, cioè di smembrare il cadavere e di smaltirlo pezzo per pezzo nei bidoni della spazzatura è un evidentemente tentativo folle ed estremo di annullare l'evento e quindi di sperare di farla franca con un comportamento razionale e pensare che denunciarne la scomparsa sia sufficiente per salvarsi. C'era forse anche un lucido disegno in questo personaggio, ma come ben si vede è un lucido disegno che alla fine esprime quella banalità del male che è frequente nei casi criminali di questa natura. Non potevano che apparire come persone tranquille.

Maurizio qualche ora prima dell'omicidio rideva e scherzava coi vicini di casa. É possibile essere o apparire così tranquilli prima di un delitto così efferato?

Non solo è possibile, ma è frequente, perché in casi di questa natura scatta quel meccanismo di dissociazione tra quello che è avvenuto e l'insieme della propria personalità che rende spesso l'omicidio efferato incomprensibile a se stesso. Questa è la ragione per cui persone che si sono rese responsabili di reati particolarmente sanguinosi appaiono normali prima, dopo e in qualche modo anche durante l'evento. Questa difesa di dissociazione e di rimozione agisce in modo quasi psicotico senza che questo infici minimamente alla capacità di intendere e di volere.


Dal profilo Facebook si vede che Maurizio Diotallevi è una persona che si oppone fermamente alla violenza sugli animali. Come può allora compiere un delitto simile contro un essere umano?

Se è per questo anche Hitler era un vegano ed amava gli animali, non è assolutamente in contrasto, anzi molto spesso persone che fanno delitti particolarmente efferati hanno una rappresentazione di sé anche altamente idealizzata. Ecologismo, animalismo, vegetarianesimo, atteggiamenti spirituali nella vita sono una specie di compensazione per sublimazione. Ci sono persone che sono francamente psicopatiche oppure possono essere l'espressione di quella tragica normalità metropolitana che fa esplodere in ciascuno di noi in certi momenti il dottor Jekyll e Mister Hyde.

Da quando si è compiuto l'omicidio a quando è stato arrestato, Maurizio Diotallevi è rimasto in casa. Secondo lei è possibile che abbia pulito tutto il sangue?

Credo che questo sarà avvenuto quasi sicuramente. Trattandosi di una persona molto meticolosa e razionale avrà cercato di fare le cose nel migliore dei modi. Avrà fatto una pulizia accurata, magari si sarà servito anche di nozioni raccolte su internet, avrà cercato di rendere la scena del delitto più neutra possibile. Oppure se è caduto in una profonda depressione, cosa che non credo e non pare, avrà lasciato tutto com'era. Ma credo che troveranno una casa in cui è stato fatto un tentativo di normalizzazione capillare.

Questo un omicida lo fa per non essere incriminato o per rimuovere nella propria testa il delitto?

Un po' per entrambe le cose. É un po' come quando qualcuno dopo aver fatto qualcosa di disdicevole ha la tendenza a farsi velocemente una doccia. Da un punto di vista razionale elimina le prove, dal punto di vista dell'emotività elimina i ricordi e le emozioni negative.