Orrore ai Parioli: fatta a pezzi e gettata via. Commenta il giallista Arrighi
Viaggio nella memoria dei delitti più cruenti della Capitale
di Gianluca Arrighi, avvocato penalista e scrittore
Da sempre scrivo e mi occupo di crimini, ma non ho memoria di un altro delitto così efferato commesso nella mia città. Certo, la cronaca nera e giudiziaria di Roma annovera altri omicidi con mutilazioni e vittime smembrate. Nell’agosto del 2015, ad esempio, venne trovata una gamba tagliata di netto, sotto il ginocchio, affiorata dal fiume Aniene. Sul polpaccio c’erano un paio di tatuaggi: «S.S. Lazio» e «Oggi è un bel giorno per morire». Indizi che portarono, dopo qualche giorno, all’identificazione dell’arto. Dalle indagini, venne fuori una storia di regolamento di conti collegato alla malavita del quartiere San Basilio, in cui la vittima, un ultrà della Lazio con vari precedenti penali, ebbe la peggio. Non fu mai ritrovato il resto del corpo. C'è stato anche un altro atroce ritrovamento, nell’aprile del 2011. Un camionista si fermò col suo mezzo mentre si trovava nel quartiere Ardeatino, incuriosito da un grosso sacco di stoffa poggiato sul ciglio della strada. Quando si rese conto di quello che aveva trovato, allertò le forze dell’ordine: il busto di una donna con le braccia, ma senza gambe nè la testa. Il cadavere non venne mai identificato.
Nella macabra scoperta di stamattina, invece, ciò che impressiona non è tanto la brutale uccisione di una persona, evento tragico a cui purtroppo stiamo quasi facendo l'abitudine, ma il fatto che che le gambe, il busto e la testa della vittima siano state gettati, come spazzatura, in vari cassonetti dell'immondizia. Letteralmente sparpagliati. Un vero orrore, a due passi da piazza Euclide, nel quartiere Parioli, il più lussuoso della Capitale, dove abitano personaggi del cinema, dell'industria, dell'alta finanza e della diplomazia. Sono stati gli arti inferiori ad essere ritrovati per primi. Due gambe, ben curate. Il che ha fatto subito pensare che appartenessero a una donna. Le indagini sono state affidate alla squadra mobile di Roma, dove per nostra fortuna lavorano eccellenti investigatori. I poliziotti capitolini avrebbero già individuato il colpevole, riuscendo a risolvere il mistero a tempo di record. Nei romanzi gialli, gli assassini sono scaltri e intelligenti, oltre che spietati. La realtà criminale, invece, la maggior parte delle volte ci consegna individui che uccidono e delinquono commettendo errori grossolani. È la triste banalità del Male, che spesso si ripete attraverso gli stessi schemi, magari presentandosi con un volto amichevole e rassicurante. Addirittura come quello del proprio fratello.