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Roma
Orvieto: "La speranza di una nuova destra" Storace: Con L'Italicum ci vuole inclusività"

di Francesco Storace *


A Orvieto nasce, oggi e domani, una speranza. La speranza di rivedere una destra di nuovo grande e unita, pronta a difendere una Nazione offesa dal governo e dall'Europa, da questa Europa. Ci incontriamo e ci abbracciamo, le comunità de La Destra e quella di Azione Nazionale. Ci ritroviamo per lanciare, di qui all'autunno, la scommessa di una costituente di destra. Ci manca quella destra. Ci manca quella libertà.
Una destra che serve, se lo capiscono, anche agli scienziati del centrodestra che, a furia di cacciare gente, rischiano di lasciare l'Italia prossima ventura alla mercé del duello tra Renzi e Grillo. Due comici che fanno ridere nemmeno tanto.
Alle prossime politiche, con l'Italicum, andrà alla disfatta se non si attua una politica inclusiva. Basti pensare al casino di Roma, con il proliferare delle candidature fai-da-te. Stabiliamo fin da ora che almeno il premier prossimo venturo ce lo sceglieremo con le primarie. Se lo avessimo fatto per il Campidoglio, avremmo già in campo un candidato sindaco in volo verso la vittoria.
La destra che nasce e rinasce a Orvieto lo fa nel segno della partecipazione ampia e democratica, plurale e contro ogni settarismo. Chissà se un giorno riusciremo anche a riunirci con Fratelli d'Italia, ma ci sarà da discutere sul posizionamento politico.
Per noi, il centrodestra non è il destino che altri ci vogliono imporre a condizione di stare zitti. Vogliamo discutere, a partire dalle opzioni programmatiche e lo dimostreremo domani, anche parlando della Capitale.
Non e' più il tempo in cui il centrodestra di un tempo possa permettersi veti. Il vento in poppa ce l'aveva nel lontanissimo 2008. Ora, occorre reclutare tutti i disponibili. Ma con rispetto e nella consapevolezza di una dignità che non si baratta con le poltrone.
La politica è faticosa e ha bisogno anche degli antipatici: quel che conta è la volontà di battersi insieme per un programma da condividere e contro avversari comuni. Altrimenti, ad ognuno la propria strada, sapendo che non e' più possibile invocare alcun voto utile quando si privilegia il percorso della sconfitta per egoismo.
Ecco, da Orvieto intendiamo dar voce ad una destra diffusa che esiste ma trova rappresentanza infinitamente minore rispetto alle proprie potenzialità. Il nostro problema principale non è un sindaco, ne' un assessore, ne' un consigliere comunale. Abbiamo un'ambizione più alta, e che riguarda una tradizione gloriosa che non pensiamo di dover vedere scomparire.
Siamo noi a dover decidere se e che cosa intendiamo proporre all'Italia; e non altri al posto nostro. È la libertà che ci hanno tramandato i nostri padri, che vennero da ostacoli ben più impegnativi, diciamo... Quella preziosa eredita' va custodita e poi trasferita alle generazioni che la meriteranno. Il nostro posto al sole sarà domani un tribuna dal quale veder sfilare di nuovo quell'esercito glorioso che ci insegno' ad attaccare un manifesto e a parlare in piazze deserte. Fu una destra grande: e tale deve tornare ad essere con l'impegno attivo di oggi. Ce la metteremo tutta.


* Leader de La Destra e candidato a sindaco di Roma

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