“Ostaggi”: alla Sala Umberto la violenza e la solidarietà del genere umano
Uno spettacolo che guarda nel profondo delle dinamiche dei ruoli, tra chi ha il potere e chi vi deve sottostare
Ostaggi é un testo teatrale che denuncia già nel titolo la propria appartenenza ad un genere diventato ormai un classico nella letteratura e nel cinema. In scena dall'8 al 20 novembre al Teatro Sala Umberto in via della Mercede, uno spettacolo che narra di uomini assediati che tengono imprigionati altri uomini e che trattano per la loro liberazione. Una formula in grado di dar vita ad una concentrazione di sentimenti estremi e a un’infinità di modalità interpretative, da quelle violente e drammatiche, dallo scavo psicologico, al paradosso comico.
In Ostaggi, spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni, si racconta una storia cruda e divertente, una metafora delle disuguaglianze sociali, economiche e razziali, un apologo sulla profonda crisi che ormai stiamo vivendo da anni.
Un uomo, che ha appena rapinato un modesto istituto bancario, tiene in ostaggio, in una panetteria, quattro persone dopo essere riuscito a fuggire a un inseguimento della polizia. L’uomo inizia una tormentata trattativa con le forze dell'ordine, in un progressivo batti e ribatti di proposte e controproposte. La situazione è resa difficoltosa e comicamente bizzarra dalla tipologia degli ostaggi che casualmente si trovavano nel negozio al momento dell’irruzione.
Oltre al panettiere, proprietario del locale, sono presenti un'anziana pensionata dal precario stato di salute, una donna dai modi sbrigativi e anticonvenzionali che pratica il mestiere più antico del mondo e un extracomunitario. All'interno di questa piccola comunità iniziano a sorgere contrasti, ostilità e una divertente lotta per la sopravvivenza. Il punto è rimanere in vita evitando sia un’irruzione della polizia, che le ritorsioni del loro carceriere. La storia procede attraverso colpi di scena, capovolgimenti di fronte e sorprese sia sull’identità del rapinatore, che sulla vera indole degli ostaggi.
Lentamente emerge anche una straordinaria e quasi commovente solidarietà che metterà sullo stesso piano tutti quanti, sequestratore e prigionieri. Una commedia movimentata, con una costruzione drammaturgica caratterizzata da una comica adesione con la realtà sociale che caratterizza i tempi che viviamo. Un piccolo specchio in grado di riflettere l’anima di una comunità che, a dispetto della disgregazione che sta vivendo, ritrova un’umanità solidale e profonda. Sul palco Michela Andreozzi, Jonis Bascir, Pietro Genuardi, Gabriele Pignotta e Silvana Bosi.