Roma
Ostia, sigilli al Marechiaro: abuso edilizio "trasparente"
Il gestore minimizza: "Volevamo smontare non ce l'hanno permesso"
Ancora sigilli agli stabilimenti balneari di Ostia. Dopo il chiosco del “Faber Beach” e, prima ancora, La Casetta, è il “Marechiaro” a incorrere nel sequestro preventivo disposto dal Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Di Maio. Il sequestro riguarda i 2400 metri cubi di costruzioni che sarebbero state realizzate abusivamente sull'area demaniale in una parte dell'impianto.
Una stagione balneare peculiare, quella di Ostia del 2016, costellata da sigilli agli stabilimenti nell'ambito della crociata all'illegalità intrapresa da un anno a questa parte dai cosiddetti “caschi bianchi” diretti dal Comandante Antonio di Maggio e con la supervisione del Prefetto Vulpiani.
“Quelle costruzioni sono state realizzate con licenza edilizia e nulla osta paesistico. L'unica difformità riguarda una veranda in vetri di una quarantina di metri quadri di superficie che avremmo voluto smontare ma che non ci è stato possibile per il diniego del pm. Hanno sequestrato persino il bar che è qui dal 1920", questa l'accorata difesa di Claudio Lacerenza, concessionario del “Marechiaro”.