Roma
Ostia, "Spada comanda e ordina". Chiesta al gip la convalida del fermo
I collaboratori di giustizia sono stati interrogati sul ruolo di Roberto Spada nel clan
Roberto Spada "è ancora oggi un soggetto che comanda e che può dare ordini all'interno del sodalizio". Questo è il giudizio dato al membro del clan Spada dai collaboratori di giustizia che sono stati interpellati riguardo al caso dell'aggressione alla troupe di Nemo.
Le dichiarazioni fanno parte del fascicolo redatto dai pm nel decreto di fermo eseguito giovedì 9 novembre dai Carabinieri. Roberto Spada, rimasto per due giorni in libertà nonostante il video che mostrava la testata inferta al giornalista Daniele Piervincenzi, “colpevole” di avergli rivolto alcune domande riguardo Casapound, si trova al momento presso il carcere Regina Coeli di Roma.
Indagato per i reati di lesioni personali e violenza privata con l'aggravante del metodo mafioso e dei futili motivi, Spada rischia di rimanere in carcere dopo la richiesta di convalida del fermo inviata nella mattina di venerdì all'ufficio del gip.
Nel frattempo, i Carabinieri sono ancora al lavoro per dare un nome e un volto alle persone che hanno assistito all'aggressione alla troupe Rai e invece di intervenire in difesa di cronista e videomaker hanno insultato i due e intimato loro di non tornare più a Ostia.
Il fatto, riportato proprio dalla telecamera di Nemo e diffuso sui giornali e le pagine dei social network, è avvenuto sulla soglia della palestra di cui Roberto Spada è titolare. Un luogo di ritrovo per i bambini e i ragazzi di Nuova Ostia, che non hanno molte alternative per passare il tempo libero. Corsi di danza, hip hop, fitness e poi tanta boxe a prezzi popolari. Anche la pagina social di una delle strutture, la Femus boxe, specifica che il prezzo "lo decidi tu, offerta libera, se non puoi permetterti nessuna offerta no problem sei il benvenuto comunque, aiutiamoci a vicenda". Quasi un sistema di welfare, in un microcosmo che vive tra case occupate abusivamente, spaccio, estorsione e riciclaggio. Ostia sembra il terreno perfetto per far fiorire crimini e violenza. Il X Municipio, nei giorni precedenti al primo turno delle elezioni di domenica 5 novembre, è stato oggetto di attacchi seriali sferrati dai piromani: circa 30 cassonetti nuovi dell'Ama sono stati carbonizzati dalle fiamme e ancora non c'è un responsabile.
A inizio ottobre, 7 membri della famiglia Spada sono stati condannati in primo grado per estorsione con l'aggravante del metodo mafioso nell'operazione denominata Sub Urbe. Le indagini hanno portato alla luce un racket della famiglia Spada per le case popolari di via Baffigo: erano i membri del clan a stabilire chi dovesse occupare gli alloggi, mentre i legittimi abitanti delle case venivano allontanati con pesanti minacce.
Ma questa non è l'unica sentenza contro la famiglia: nel gennaio 2017 Armando Spada era stato condannato a 6 anni per corruzione con l'aggravante del metodo mafioso per la gestione degli stabilimenti balneari e degli appalti pubblici sul lungomare di Ostia. In particolare, al centro delle indagini c'era l'affidamento della gestione dello stabilimento “Orsa Maggiore”, risalente al 2012.
Il 29 giugno 2016, invece, era stato Carmine Spada ad essere condannato a 10 anni di reclusione dal Tribunale di Roma, assieme al suo collaboratore Emiliano Belletti. I due sono stati ritenuti responsabili di un'estorsione "da 25mila euro, lievitati a 270mila, attuata con il metodo mafioso, ai danni di un tabaccaio di Ostia".