Roma

Ostia, via il sequestro stabilimento La Casetta

Il tribunale del Riesame di Roma ha annullato  il decreto con il quale il 25 novembre scorso era stato sequestrato ad Ostia, dai vigili urbani, il cantiere che stava provvedendo alla ristrutturazione in lungomare Amerigo Vespucci dello stabilimento balneare "La casetta".
L'indagine vede indagati per abusivismo edilizio l'architetto Luigi Salabè e Anna Maria Ancilli, assistiti dagli avvocati Titta e Nicola Madia. I penalisti avevano presentato opposizione alla conferma del sequestro disposto dal pubblico ministero Antonino Di Maio. A sequestrare il cantiere era stata una pattuglia dei vigili urbani di Ostia accertando, come emerge dal decreto di sequestro, che i lavori oramai eseguiti e prossimi alla conclusione non avevano rispettato i termini in base ai quali era stata concessa l'ok ai lavori. I rilievi dei vigili urbani riguardavano la costruzione di manufatti realizzati direttamente sull'arenile delle cabine, alcuni uffici e cabine e spogliatoi.

"Poichè il sequestro era stato seguito da clamore mediatico - atteso il coinvolgimento dell'architetto Adolfo Salabè (padre di Luigi, ndr) -, credo sia giusto dare notizia anche del dissequestro - ha scritto Nicola Madia in un comunicato -. Io e mio padre (difensori della famiglia Salabè e della società La Casetta) esprimiamo molta soddisfazione per la pronta risoluzione della questione".

La famiglia Salabè gestisce lo stabilimento da 40 anni. L'architetto Salabè negli anni '90 fu coinvolto nell'inchiesta sui fondi neri del Sisde, il servizio segreto civile. Nel 2012 fu iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone per il caso delle discoteche che ad Ostia avevano superato il limite dei decibel.