Roma

Pagati 5 euro l'ora e al lordo delle tasse: i nuovi schiavi lavorano al Teatro dell'Opera di Roma. Sono i mimi

Il segretario generale della Cgil di Roma, Natale Di Cola, denuncia le condizioni di lavoro da fame. E Venerdì alle 17 la protesta in piazza Beniamino Gigli

''Meno di 5 euro lordi per un’ora di lavoro. È quello che percepiscono i mimi al Teatro dell’Opera di Roma, una delle istituzioni più importanti e rappresentative nel panorama della lirica''. La denuncia shock in un post su Facebook di Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio.

''Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori professionisti del settore che svolgono tutte quelle azioni sceniche, coreografiche e interpretative che non richiedono l’uso della parola e che per una produzione di un mese, tra prove e repliche, arrivano a 500 euro netti. Questa è anche conseguenza dell’assenza di una legge nazionale sul salario minimo, che di un’azione territoriale come avevamo richiesto al Comune di Roma. Ai compensi da fame si aggiunge l’assenza di tutele e condizioni di lavoro indegne. Le prove non hanno orari prestabiliti, spesso neanche i giorni, impedendo qualsiasi forma di conciliazione tra vita e lavoro. Capita di cambiarsi e truccarsi nei corridoi che fiancheggiano il palcoscenico, anziché nei camerini, senza privacy e in condizioni igienico-sanitarie discutibili. In tutto questo i lavoratori sono inquadrati come autonomi ma nei fatti non lo sono e nel frattempo sono tagliati fuori da tutti i diritti e le tutele del lavoro dipendente, come la malattia''.

La protesta venerdì al Teatro dell'Opera

''Venerdì 29, dalle ore 17,, saremo davanti al Teatro dell’Opera di Roma con un volantinaggio per informare il pubblico sulle condizioni di lavoro e di come la Legge di Bilancio del Governo Meloni affosserà ancora di più le Fondazioni Lirico Sinfoniche. Scriveremo al Comune di Roma e alla Regione Lazio, che sono soci della Fondazione, per chiedere un confronto urgente per affrontare questi problemi e dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori''.