Palazzo del Flaminio ancora pericoloso. La Procura: "Resta sotto sequestro"
Le famiglie rimangono fuori casa, mercoledì incontro tra pm e consulenti
Rimangono fuori casa i condomini del palazzo di Lungotevere Flaminio crollato nella notte dello scorso 21 gennaio. Le famiglie costrette ad abbandonare l'immobile, dovranno attendere ancora prima di poter fare rientro nei loro appartamenti. La Procura di Roma, infatti, ha respinto l'istanza di dissequestro presentata dall'avvocato Gianluca Tognozzi per conto dell'amministratore dello stabile Vincenzo Marcialis.
Sulla certificazione di cessato pericolo, allegata a questa istanza, ha pesato il parere negativo espresso dai consulenti nominati a suo tempo dal pm Antonella Nespola e dall'aggiunto Roberto Cucchiari affinché vengano individuate le ragioni del collasso del settimo, del sesto e del quinto piano. Gli accertamenti tecnici, infatti, non sono conclusi e c'e' ancora tempo, almeno due settimane, per consegnare ai magistrati una relazione definitiva. Mercoledì, intanto, gli stessi consulenti faranno il punto della situazione con i pm in una riunione organizzata a piazzale Clodio.
Secondo i primi sopralluoghi dei consulenti nominati dalla procura per indicare chi siano i responsabili, il cedimento del palazzo al civico 70, potrebbe essere stato provocato da una serie di modifiche realizzate negli anni. Ristrutturazioni dal primo all'ultimo piano, trasformazioni edili, stanze ricavate abbattendo tramezzi.