Roma
Panzironi, il guru Life 120 denunciato dai diabetologi: “Non siamo criminali”
I diabetologi italiani contro Adriano Panzironi, l'uomo che promette di far vivere fino a 120 anni: “Ha diffamato la nostra categoria”
Adriano Panzironi, il guru e fondatore dell'impero Life 120, la dieta che ti fa vivere fino a 120 anni ed in grado di curare da diverse patologie, fa doppietta di denunce: nei confronti del giornalista sarebbe stata sporta una denuncia penale ed una civile da parte della Sid, la Società italiana di diabetologia, e dell'Amd, l'Associazione medici diabetologi.
A rendere nota la notizia delle denunce sarebbe stato Francesco Purrello, presidente della Società italiana di diabetologia. "Panzironi - ha affermato Purrello all'Ansa - ha diffamato la classe dei diabetologi, accusandoci di 'consigli criminali' in riferimento alle indicazioni dietetiche fornite dagli specialisti. Panzironi ha anche affermato che i diabetologi agirebbero per mantenere alta la glicemia delle persone con diabete al fine di non perdere pazienti. Inoltre, propone tesi e regimi alimentari totalmente privi di basi scientifiche".
In questa vicenda, sottolinea il presidente Sid, "purtroppo l'anello più debole della catena alla fine resta il paziente, in vari casi in condizioni di debolezza psicologica e quindi facilmente influenzabile". Dunque, conclude Purrello, "è fondamentale curare il livello scientifico delle informazioni e intervenire contro le fake news, un fenomeno preoccupante e in ascesa".
Su Panzironi penderebbe anche una denuncia dell'Ordine dei medici di Roma per esercizio abusivo della professione medica e una sospensione dall'Ordine dei giornalisti del Lazio, oltre a due multe elevate nei suoi confronti da parte dell'Antitrust. La prima sarebbe arrivata nel 2018, quando sulle società del giornalista sono piovute multe per un totale di 476mila euro per la comunicazione ingannevole e la pubblicità occulta degli integratori Life 120 nel programma “Il Cerca salute; la seconda invece sarebbe arrivata alla fine di settembre 2019, sempre per pubblicità ingannevole: questa volta la sanzione è stata pari a 250mila euro.