Roma
Paolini tenta il suicidio a Capocotta. "La bellezza della luna mi ha salvato"
"Sì, purtroppo sabato mattina ho tentato il suicidio in mare a Capocotta". Comincia così una lunga lettera che il 'disturbatore televisivo' Gabriele Paolini ha scritto ad Affaritaliani.it subito dopo essere tornato a casa: "Erano, circa, le ore 03.00 di notte, quando, per un insieme di eventi, successi negli ultimi due mesi ho deciso di andare a Capocotta, all'altezza dello stabilimento "Er Zagaja", dopo il cancello 8, nel famoso quartiere balneare capitolino di Ostia.
Non c'era nessuno. C'era l'acqua, la sabbia, le stelle, la luna. Non c'era rumore. C'era un silenzio straordinario, unico, emozionante. Ero triste, piangevo senza freni. Pensavo al mio grande amore Daniel, un ragazzo straordinario che, nell'estate 2013, mi ha insegnato a poter amare una persona più di me stesso".
"Dal 13 luglio 2015, grazie a Daniel (il minorenne con cui Gabriele Paolini ha avuto rapporti sessuali e per questo finito sotto processo, Ndr.) sono un uomo libero. Daniel è venuto in Aula, alla Procura della Repubblica di Roma e, davanti al Presidente della "Quinta Sezione Collegiale Penale ed ad altri due Giudici, mi ha abbracciato e mi ha baciato e mi ha detto che mi ha amato e che mi ama".
"Lo stesso giorno sono tornato un uomo libero. Dopo un anno ed otto mesi di arresti domiciliari, sono tornato a camminare per strada, senza più il "braccialetto elettronico" alla caviglia del piede destro.
Ma che cos'è la "liberta'"?. Ho una famiglia che mi giudica e vorrebbe avere un figlio "normale".
Ma che cos'è la Normalità?. Ho tre sorelle che amo e che mi amano, ma che si vergognano di andare al cinema o al bowling con me. Ho parenti che negli ultimi due anni, non ha mai chiamato, nè me, nè i miei gentori, per chiederci come stavamo, perchè non vuole esporsi".
L'11 settembre 2015, alle ore 12.30, circa, sono andato in un piccolo "bar-tavola calda" sulla Via Tiburtina, a Roma, quando, la gestrice dello stesso bar, una volta riconosciuto il mio personaggio, mi ha offeso, solo in merito alla mia sessualità. Mi ha detto che non ero simpatico, nè a lei, nè a nessun italiano. Inoltre ho sentito che ha detto, verso un altro suo cliente, che ero "frocio". Insomma io ho pure pagato 9,00 euro, due porzioni di gnocchi e la gestrice del bar mi ha pure offeso ed ingiuriato, di fronte a diversi testimoni. E siamo nel 2015!!!. Ma insomma avrò diritto a vivere la mia vita o è meglio la pace assoluta. Ecco perchè, ieri notte, ho fatto un lungo bagno in mare, con il presupposto di non tornare indietro. Poi ho visto una Luna splendente e mi sono detto: "Perchè non rivederla anche domani e dopodomani?". Ed è solo per questo che sono ancora in vita. Grazie alla Luna".