Roma
Paolo Portoghesi, Berdini: “Roma perde un uomo che l'ha amata fino in fondo”
Si è spento nella sua casa di Calcata il grande architetto Paolo Portoghese. Il ricordo di Paolo Berdini: “Era un cultore del bene pubblico”
“Con la morte di Paolo Portoghesi, Roma ha perso un uomo che l'ha amata fino in fondo. Amava la città e voleva che i suoi gioielli restassero in mano pubblica”.
Così l'urbanista e saggista Paolo Berdini ricorda il grande architetto scomparso a 92 anni nella sua casa di Calcata, in provincia di Viterbo.
Portoghesi era nato nel 1931 a Roma ed era un esponente della corrente del postmodernismo. Un uomo poliedrico, architetto, ma anche professore universitario. Presidente della Biennale di Venezia dal 1983 al 1993. Molte le opere che portano la sua firma la Moschea di Roma, la Casa Baldi, la Casa Papanice (set del film "Dramma della Gelosia" con Monica Vitti, Giancarlo Giannini e Marcello Mastroianni), il quartiere Rinascimento al Parco Talenti. E poi ancora i complessi residenziali dell'Enel a Tarquinia, il teatro di Catanzaro, l'Accademia delle Belle Arti a l'Aquila. Ha curato il restauro della Scala di Milano. Fuori dall'Italia ci sono delle case a Berlino, i giardini a Montpellier, la moschea di Strasburgo eccetera. Ultimo edificio progettato è stata la concattedrale di Lamezia Terme. Studioso e ricercatore, prima di morire stava componendo un'ultima opera letteraria.
“Con Paolo abbiamo avuto tanti scambi di vedute su Roma - racconta Paolo Berdini - era un piacere parlare con lui. Era un uomo coltissimo. Ha scritto tanti libri sugli architetti che hanno fatto Roma, anche la Roma moderna. Ha composto biografie anche su personaggi recenti e importanti. Questo è Paolo: una persona che non ha mai smesso di pensare, ragionare e di amare questa città meravigliosa”.
“Un cultore del bene pubblico”
“Con la morte di Paolo Portoghesi - dice Paolo Berdini - l'Italia ha perso uno studioso dell'architettura e un grande progettista. Un uomo che ha saputo costruire cose belle che servono alle città. Posso citare un fatto, che può sembrare minore. Nella sua generosità Paolo ha cercato di far sì che villa Blanc, sulla Nomentana, restasse pubblica. Oggi nella villa c'è una sede dell'università la Luiss. Paolo, da monumento alla cultura quale era, era stato il primo firmatario di un appello affinché la villa restasse un bene di tutti. Era un uomo così, che sapeva spendersi. Era già molto anziano, eppure si spese in prima persona per i cittadini di quel quartiere. Era un cultore del bene pubblico. Voleva che i gioielli della città restassero in mano pubblica”.
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