Paolo Ruffini alla corte di Papa Francesco: “Consapevole del grande compito”
L'ex direttore di Tv2000 primo laico e sposato a guidare un dicastero vaticano
Paolo Ruffini alla corte di Papa Francesco. Il giornalista ed ex direttore di Tv2000 primo laico, sposato, a giudare un dicastero vaticano, quello della Comunicazione.
Una nomina che, come riportato da Vatican News, ha destato molta sorpresa all'interno delle mura vaticane: "Sono stato io il primo a essere sorpreso della chiamata del Papa. E come ho detto, ho piena consapevolezza di come un compito così grande sia anche misura e ammonimento costante della mia personale piccolezza, che solo può confidare nella Grazia di Dio. Quando a conclusione del Giubileo - insieme a Lucio Brunelli – ho intervistato il Santo Padre, ricordo una sua risposta a una nostra domanda sulla Chiesa: 'La Chiesa come istituzione la facciamo noi, ognuno di noi. La comunità siamo noi'. Era ed è una chiamata anche ai laici, perché non si sottraggano alle loro responsabilità, al loro essere Chiesa, e ai ruoli che nella vita la Chiesa può chiederci di ricoprire. Credo che questo sia ciò che il Papa chiede a ognuno di noi e ha chiesto in questo caso a me. Una chiamata alla quale si può rispondere solo confidando, come dice San Paolo, che è nella debolezza che si manifesta pienamente la forza".
L'ex giornalista, tra gli altri, de Il Messaggero e Il Mattino avrà infatti l'arduo copito di portare a termine la riforma della comunicazione vaticana, avviata dal Santo Padre nel 2015 e interrotta dall'addio di Monsignor Dario Viganò: "Le riforme non sono mai fatte da una persona soltanto. Non sono un problema di organigrammi, quanto l’acquisizione di uno spirito di servizio - dichiara ancora Ruffini a Vatican News Le riforme sono un camminare insieme che richiede ascolto, inclusione e il coinvolgimento di tutti. Per questo serve la disponibilità a cambiare. E la consapevolezza di quanto grande, e bello, sia il contenuto di quel che comunichiamo agli uomini e alle donne del nostro tempo. È questa la sfida a cui ci chiama la Chiesa. E questa è la strada sulla quale dovremo tutti, io per primo, andare avanti. Come ha detto il Papa, non bisogna avere paura di questa parola, riforma. Riforma 'non è imbiancare un po’ le cose, ma organizzarle in altro modo'. E questo è quel che ci chiede il Papa".