Roma

Paolo Villaggio e il suo ultimo lavoro: Comedy in the Usa. Aspettando il film

L'attore era tornato sul set cinematografico a ottobre 2016

L’ultima prova d'attore ottuagenario Paolo Villaggio l’ha data a Ottobre del 2016, in un film che ancora non ha trovato gli schermi per essere proiettato.

 

di Patrizio J. Macci

 

Davanti alla macchina da presa si era trasformato. A detta di chi lo ha visto recitare in quei giorni - come Totò e Chaplin - riusciva a ritrovare lo spirito migliore per interpretare un personaggio comico e drammatico nonostante le difficoltà fisiche, degno delle maschere rappresentate fino ad oggi ed entrate ormai nell’immaginario collettivo.
Insieme all'attore genovese, che interpretava un personaggio avvolto nel mistero (un guru, o forse un matematico intento a discettare di filosofia a giudicare da qualche scatto "rubato" da uno smartphone in un momento di pausa) un cast dal registro interpretativo polifonico: il comico-cabarettista e autore di testi televisivi e cinematografici Carlo Pistarino (indimenticato protagonista della trasmissione televisiva "Drive in"), Iva Zanicchi (insieme a lei Pistarino aveva concluso la sua presenza sulle reti Mediaset nella trasmissione “O. K. Il prezzo è giusto”), Lando Buzzanca e Barbara Bouchet (attrice tra le preferite del regista Quentin Tarantino). Il romano verace Maurizio Mattioli completava l'istantanea dei protagonisti.
Il film, come riferito da chi ha potuto sbirciare la sceneggiatura, ruoterebbe intorno alla crisi di una coppia che, dopo una serie di vicissitudini finisce per sposarsi negli Usa.
Negli ultimi anni Villaggio, nato nel 1932, aveva diradato i suoi impegni attoriali dedicandosi soprattutto alla scrittura di libri.
La troupe aveva lasciato la Capitale dopo pochi giorni per volare negli Stati Uniti dove le riprese erano state completate. Le scene romane erano state girate in un “closed set” blindatissimo. Poche e vaghe le altre informazioni sul film il cui titolo è rimasto (provvisorio) “Comedy in the Usa”. Il regista Valerio Zanoli, trapiantato negli Usa da quindici anni, ha nel suo book personale una pellicola con la cantante Anastacia (All you can dream) premiata al Giffoni Film Festival.

Dopo la macchietta dell’impiegato sfigato Fantozzi, “prototipo del tapino e quintessenza della nullità” come dichiarato a suo tempo da Villaggio stesso, è stato forse il suo tentativo estremo di creare una nuova maschera. Villaggio ha tentato di riproporre le stesse atmosfere che hanno portato al successo il Professor Kranz e il crudele Professor Schmidt, così come il televisivo Giandomenico Fracchia eternamente alle prese con la sua poltroncina gonfiabile davanti al tirannico capo ufficio interpretato da Gianni Agus.
Nel maggio del 2009 mentre riceveva il David di Donatello alla carriera, nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, aveva affermato con feroce sarcasmo: “Sono felice anche se ho un leggerissimo timore che questo riconoscimento non sia alla carriera, ma alla memoria...". Era ironico e spietato innanzitutto verso se stesso. L’uomo non è rimasto mai prigioniero della maschera.