Roma

Parco del Circeo, zero entrate e spese record: l'analisi della Corte dei Conti

L'ex sindaco di Ponza Vigorelli svela i numeri dietro il rapporto della Corte dei Conti

La Corte dei Conti boccia il Parco del Circeo. Biodiversità, bilancio e la crisi di Zannone ai raggi X: il rapporto.

 

A svelare il reseconto della Corte dei Conti, inviato al Parlamento e riguardante tutti i 23 parchi nazionali, tra cui quello del Circeo, l'ex sindaco di Ponza Piero Vigorelli. Tramite il proprio profilo Facebook, l'ex primo cittadino denuncia le principali criticità del Parco, messe in risalto proprio dal rapporto della magistratura contabile. L'Ente Parco avrebbe dovuto infatti compiere tre essenziali atti di programmazione entro tre anni dalla propria istituzione, ormai datata 2007; il Piano del Parco, il Regolamento del Parco e il Piano pluriennale economico-sociale. Sono passati ormai 11 e anni e il Piano del Parco “è in Regione da appena un anno – denuncia Vigorelli -  Il Regolamento del Parco dopo 11 c'è una bozza di testo e basta”. E per quanto riguarda il Piano pluriennale economico-sociale, “il Parco non ha scritto neanche una riga”. Una situazione limite che porta Vigorelli a definire il Parco come “fuorilegge”.“Quanto al monitoraggio della biodiversità, che sarebbe la prima cosa da fare quando viene istituita un'area da proteggere e da valorizzare, non esiste nessuna traccia da quando è nato il Parco. E sono passati la bellezza di 84 anni dalla sua nascita nel 1934”, ricorda amaro l'ex sindaco.

Critica anche la situazione relativa al bilancio, con il Parco che, come emerge dai bilanci finanziari del 2014-2015-2016, dimostra di non saper fare cassa. Il Bilancio è infatti costituito da circa 1,2 mln annui, ovvero la dotazione del Ministero dell'Ambiente, dal quale dipende al 99,3%. Un dato che denota una quasi totale assenza di entrate proprie, ferme a poco più di 3mila euro, che si sposano poi con spese molto elevate per quanto riguarda invece il capitolo “uscite”: “In compenso, spende oltre il 70% delle entrate per pagare gli stipendi di 6 impiegati, quello del presidente Gaetano Benedetto (26.972 euro) e del direttore Carlo Cassola (83.312 euro) – denuncia Vigorelli - Oltre a ciò, eroga alla Forestale 270.000 euro per farle svolgere i compiti per i quali è già pagata dallo Stato”.

Un quadro non esaltante, all'interno del quale si colloca anche la difficile posizione di Zannone. Piccola isola gioiello di Ponza ma gestita dal Parco Nazionale del Circeo, che da tempo Vigorelli rivendica come competenza del Comune a causa delle condizioni disastrate in cui versa: “Uno Stato serio, con queste denunce della Corte dei Conti dovrebbe chiudere il Parco Nazionale del Circeo. Un Ente più inutile di questo non esiste – accusa ancora Vigorelli - Noi a Ponza ci siamo limitati a chiedere il ritorno di Zannone nella piena disponibilità del Comune, con l’uscita dell’isola dal Parco. Questa è stata una decisione unanime del Consiglio Comunale (compresa l’opposizione di Ferraiuolo e di D’arco)”.

L'ex sindaco, ora all'opposizione, punta poi il dito contro l'attuale giunta Ferraiuolo, colpevole di aver "svenduto" Ponza e il suo grande patrimonio naturale: “Ma l’attuale amministrazione ha subito fatto voltagabbana, ha deciso di inciuciare con il Parco, magari raccoglierà un affitto di 14.460,79 euro per Zannone come previsto dalla prima convenzione firmata dal sindaco Ferraiuolo nel 1980 con quella somma in lirette - prosegue Vigorelli - Non una parola sulla denuncia per danno erariale per la distruzione del bene comunale (la Villa di Zannone). Non una parola sul fatto che il Parco non prevede di spendere un euro per restaurarla. Non una parola sul fatto che il Piano del Parco classifica tutti i beni archeologici esistenti nell’area e non cita fra questi il Monastero Cistercense di Zannone. Non una parola sulla moria dei mufloni”