Roma

Parentopoli Atac: "La regola degli amici". "Concorsi "fasulli": risarcite 9,7 mln di €"

Avrebbero pilotato l'assunzione in Atac di una quarantina fra amici e parenti sprovvisti dei necessari requisiti per accedere alle posizioni lavorative che sarebbero poi andate a ricoprire. Per questo sette manager, che tra il 2008 e il 2010 ricoprivano cariche dirigenziali in Trambus, Metro e Atac, e un ex assessore della giunta Alemanno rischiano ora di dover risarcire l'azienda per il trasporto pubblico della capitale.
Il pm contabile, Maiello Tammaro, ha infatti chiesto al giudici del collegio della Corte dei Conti presieduta da Ivan De Musso, la condanna a pagare un risarcimento di 9 milioni e settecentomila euro per danno erariale per Alberto Bertucci, ex dirigente Trambus e Atac, Antonio Di Marzia (Metroma), Tullio Tulli (Trambus), Vincenzo Tosques (Metroma), Luca Masciola (Trambus) e Marco Visconti, ex assessore della giunta Alemanno.
Lo stesso magistrato, nella sua requisitoria, ha invece sollecitato l'estromissione dal procedimento di Riccardo Di Luzio e Mario Marinelli. Questi ultimi, entrambi dirigenti Atac all'epoca dei fatti, sono stati già prosciolti da tutte la accuse in sede penale, mentre per tutti gli altri, il gup di piazzale Clodio ha già disposto il rinvio a giudizio.
"Quando si decide di fare dei concorsi esistono delle regole, un piano industriale e delle necessità, ma tutto questo nel caso in esame non esiste". Così il pm contabile Maiello Tammaro, nella sua requisitoria per il caso "Parentopoli Atac", davanti ai giudici della Corte dei Conti della sezione giurisdizionale del Lazio. Il magistrato che ha chiesto per cinque ex dirigenti Trambus, Metro e Atac coinvolti nel procedimento una condanna al risarcimento per danno erariale di quasi dieci milioni di euro, da destinarsi all'azienda per il trasporto pubblico capitolino, ha poi precisato: "La regola è stata la cosiddetta chiamata diretta. In sostanza, abbiamo l'applicazione del teorema per cui la partecipata diventa un modo non per fornire un servizio, nel caso specifico il trasporto pubblico, ma l'occasione per allocare determinate persone legate da rapporti familiari, clientelari e politici con i soggetti che sono stati documentati sia nel decreto di richiesta di giudizio in ambito penale".