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Roma
Perlasca e il valore della persona. Studenti a lezione di democrazia

La persona come valore fondante della Repubblica. Al liceo Orazio di Roma il prefetto Francesco Tagliente ha affrontato il tema insieme al figlio di Giorgio Perlasca.

 

Fintosi console spagnolo in Ungheria nell'inverno tra il 1944 e 1945, Perlasca era riuscito a salvare migliaia di ebrei ungheresi nonostante non fosse né un diplomatico né di origine spagnola. Grazie al racconto e al ricordo del figlio Franco, gli studenti della scuola hanno potuto scoprire la storia di un connazionale il cui coraggio ha permesso la sopravvivenza di molte persone perseguitate dai nazisti.
Il prefetto Tagliente ha sottolineato ai giovani l'importanza dei valori fondanti della Repubblica, difesi dalla Costituzione.

L'incontro, denominato “L’esempio di Giorgio Perlasca, Giusto tra le Nazioni, raccontato dal figlio Franco”, è stato moderato dal professor Franco Graziano, Dirigente Chirurgia Oncologica presso Istituto Nazionale Tumori "Regina Elena" di Roma e vice Presidente dell’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (A.N.C.R.I) con delega alle politiche sociali e disabilità del sodalizio.
Graziano ha sottolineato l’impegno degli associati ANCRI ad essere al tempo stesso testimoni e custodi dei valori richiamati dalla carta Costituzionale.

“Il sistema costituzionale pone la persona al vertice della scala dei valori”, ha esordito Tagliente. “Il primo elemento caratterizzante desumibile dal contesto della nostra Carta Costituzionale è la persona, intesa non solo come individuo singolo ed isolato, ma come persona sociale, con tutti i suoi diritti e doveri. L'articolo 2 della Costituzione stabilisce infatti che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.

Un valore fondante perché da esso discendono gli altri valori su cui si basa la Repubblica italiana, dalla pari dignità sociale, all'uguaglianza davanti alla legge.

“Questi valori, che ritengo fondanti della Repubblica - ha precisato il Prefetto - sono i pilastri su cui poggia la costruzione della democrazia e, in generale, della qualità della vita e sono da considerare anche i pilastri fondanti per il futuro dei giovani. Il nostro Paese è ricco cittadini virtuosi, modello di riferimento, custodi di questi valori, portatori sani di un’eredità valoriale, punto di riferimento della coscienza civile. Sono molti i benemeriti della Repubblica, che promuovono l’etica del rispetto della persona e della responsabilità, attraverso il loro apporto personale e professionale. Sono persone che con forte determinazione e spirito di dedizione, passione e disinteresse, contribuiscono alla promozione della vita sociale inerente alla famiglia, alla scuola, al lavoro ed allo sviluppo economico. Raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento di questi cittadini virtuosi benemeriti, i ragazzi che possono formare la società di domani”, ha chiarito.

Concludendo il suo intervento Tagliente ha fatto riferimento alla propria famiglia e ai valori con cui è cresciuto: “Nel giardino della mia casa paterna – ha concluso -  c’è una scultura titolata 'I Valori della Vita' dedicata a mio padre Donato, un soldato che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutando l’arruolamento nelle file dell'esercito tedesco venne fatto prigioniero e internato in un campo di concentramento, in condizioni di vita disumane, e sottoposto a privazioni di ogni sorta. Per rimanere fedele all'onore di militare e di uomo, messo di fronte alla scelta, se passare tra le file tedesche o subire la deportazione nei campi nazisti, scelse eroicamente la deportazione e la conseguente, terribile e lunga, sofferenza di fame, di stenti e di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali”.

L’evento si è concluso con la testimonianza di Franco Perlasca il quale ha rievocato la straordinaria vicenda del padre Giorgio, commerciante padovano con una storia da eroe.

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