Piazza Indipendenza, Raggi dopo 2 giorni di silenzio: “Fatto il nostro dovere”
Lo scarica barile delle responsabilità di quanto accaduto coi rifugiati continua
Sgombero di via Curtatone e piazza Indipendenza, Raggi commenta dopo oltre un giorno e mezzo dagli scontri tra rifugiati e Polizia.
“Il Campidoglio ha compiuto il suo dovere fino in fondo”. É questo ciò che pensa il sindaco di Roma dopo che piazza Indipendenza si è resa cornice di una guerra civile. Il Comune, a suo dire, non era stato avvisato della presenza di 37 bambini nello stabile occupato di via Curtatone: colpa della Prefettura. La stessa Prefettura che in giornata aveva accusato il Comune di Roma di non aver trovato una soluzione abitativa per gli sgomberati. Quella dei bambini cacciati dallo stabile “a sua insaputa”, comunque, non può essere una scusa plausibile per quanto accaduto nella Capitale negli ultimi giorni. Centinaia di persone lasciate senza un tetto si sono accampate a due passi dalla stazione Termini, dove vengono e vanno i turisti ignari della situazione drammatica in cui versa Roma.
Raggi ci tiene comunque a precisare che gli uffici di competenza si erano mossi mesi prima dello sgombero e la situazione di giovedì 26 agosto è stata provocata dai rifugiati stessi. Quando il Campidoglio ha provato a fare un censimento per capire chi avesse diritto a ricevere assistenza, racconta, gli operatori del Comune di Roma si sono visti sbattere la porta in faccia. Ed effettivamente apparirebbe quantomai singolare se gli abitanti di uno stabile occupato aprissero le proprie case a polizia o dirigenti comunali, ma gli sforzi della giunta Raggi in merito si sono fermati lì.
D'altronde, come spiega il sindaco su Facebook, il Comune non era il solo a doverci pensare e la Regione non ha nemmeno finto di interessarsene, accusa Raggi. “Un dovere che non tutti hanno compiuto. Mi riferisco senza mezzi termini alla Regione che ha disatteso il decreto legge Minniti che la chiama direttamente in causa. Ma mi riferisco anche all’assenza di adeguate politiche nazionali". E il dovere compiuto di cui parla Raggi, oltre al tentato censimento, è quello di aver offerto accoglienza mediante la Sala Operativa Sociale: “Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze”, scrive il sindaco, che ha latitato per quasi due giorni e non si è fatta più viva nemmeno sui social network.
Ovviamente, non è mancata l'accusa alle amministrazioni precedenti, visto che lo stabile di via Curtatone è stato occupato quando ancora il M5S non era a capo del palazzo Senatorio. Una situazione che si è protratta per 4 anni senza che nessuno intervenisse. Ora però gli imprenditori proprietari dell'edificio occupato si sono fatti sentire a gran voce e lo stabile è stato sgomberato. Si tratta degli stessi imprenditori che possiedono le villette a Rieti offerte dal Comune a titolo gratuito per sei mesi ai casi di fragilità: madri con bambini, anziani, disabili e malati.
"È bene sapere che a Roma ci sono un centinaio di stabili occupati abusivamente che – è inutile nasconderlo - attirano l’attenzione della criminalità e di alcune frange estremiste dei movimenti per la casa. Negli scorsi anni l’accoglienza dei migranti è finita nel mirino di Mafia Capitale come testimoniano le inchieste e le condanne. Significa che dobbiamo intervenire per ristabilire la legalità. Non servono solo più fondi, ma un vero e coraggioso cambio di visione", conclude su Facebook il sindaco. Tutti pronti, insomma per nuovi sgomberi.