Roma
Pigneto battuto a tappeto: arrestato un pusher, sigilli ad un locale
Occhi puntati sul quartiere del Pigneto, battuto a tappeto dagli uomini della Questura: i controlli delle ultime ore hanno portato all’arresto di uno spacciatore e alla denuncia di altri due. Chiuso inoltre un locale su via Casilina, oltre che per irregolarità amministrative, anche per disturbo delle quiete pubblica.
L'attività, condotta dal dottor Giovanni Di Sabato, dirigente del Commissariato Porta Maggiore, ha visto l’impiego degli agenti del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Mobile, oltre a personale di diversi Commissariati, con il determinante ausilio delle unità Cinofile della Questura.
Proprio ai margini dell’isola pedonale del Pigneto, in un bar di piazzale Prenestino, è stato sorpreso un 35enne del Gambia trovato in possesso di dosi di eroina, oltre a denaro contante frutto dello spaccio: è stato il fiuto del cane antidroga a permettere la sua individuazione e il suo arresto.
Un altro pusher è stato fermato nei pressi di un esercizio commerciale in via Ascoli Piceno: 25enne senegalese, il giovane è stato denunciato per il possesso di una modica quantità di marijuana. Controllando amministrativamente lo stesso locale, gli agenti hanno poi denunciato il titolare, un 42enne del Bangladesh, per l’inosservanza della legge sull’immigrazione, poiché all’interno lavorava “in nero” un suo connazionale minorenne privo di qualsiasi documento.
Complessivamente sono state controllate 105 persone, 25 delle quali extracomunitarie accompagnate all’Ufficio Immigrazione per verifiche documentali.
Chiusa inoltre una finta “associazione culturale” su via Casilina: è stato infatti accertato che quello dell’associazione era una mera copertura per una vera e propria attività commerciale a scopo di lucro. All’atto del controllo, l’attività è risultata priva di qualsiasi permesso, a partire dall’autorizzazione secondo il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, fino a quella per la somministrazione di bevande alcoliche. In poliziotti hanno così posto sotto sequestro l’esercizio, denunciando il responsabile.