Roma

Piste ciclabili, il piano Raggi un fallimento: impossibile girare Roma in bici

Tanti nuovi tratti ciclabili in città ma tutti scollegati tra loro. Bonfaccia, BiciRoma: “Le bike line sono pericolose. Il futuro sindaco dovrebbe fare...”

Piste ciclabili a Roma, il piano di Virginia Raggi e del Comune M5S è un fallimento: tanti nuovi tratti sparsi per la città ma tutti scollegati tra loro e in alcuni tratti pericolosi per il ciclista, rendono la Capitale impossibile da girare sulle due ruote a pedali. A certificarne il flop è Fausto Bonafaccia, presidente dell'associazione BiciRoma.

Bonafaccia, la Raggi in campagna elettorale prometteva chilometri di ciclabili e stalli per le bici. Oggi invece Roma si trova con un piano per 150km di ciclabili ma del quale ne è stato realizzato solo il 10%. Perché?

“Più che a me bisognerebbe chiederlo a lei ed al Movimento 5 Stelle. Sappiamo quanto sia difficile e complicato fare delle piste ciclabili in una città come Roma, ma il problema qui sta nel progetto in se. Si stanno facendo delle 'ciclabili transitorie', che oltre non avere un futuro certo, non sono lineari e sono scollegate dal resto delle ciclabili. Si stanno facendo dei pezzetti di strada ciclabile in giro per tutta la città, sì, ma tutti scollegati tra loro e non collegate alle aree pedonali della città. Ogni giorno se ne scopre uno, da via Gregorio VII a lungotevere Arnaldo da Brescia. Sono proprio progettate male, e questo accade perché chi le pensa non è un esperto del campo. Dalla dorsale, la ciclabile del Tevere, dovrebbero partire tutte le vari ciclabili che portano in tutte le zone dalla città ma così non è. Ben vengano nuovi chilometri di piste ciclabili, ma che siano fatte benne sennò creano solo ulteriori lamentele come quella ultima sui tombini”.

Tombini? Ci spieghi meglio...

“In una delle ultime realizzate, quella di via Gregorio VII, in diversi punti ci sono dei tombini al centro della pista. Se un ciclista lo prende, magari a discreta velocità, farebbe un volo che non se lo scorderà facilmente”.

Una campagna elettorale così lunga, iniziata ad agosto con l'annuncio della ricandidatura della Raggi, può portare a Roma opere inutili e pericolose?

“La propaganda elettorale prende tutti. Noi ci auguriamo che queste opere transitorie diventino definitive e sempre migliorate. Il timore può essere questo, c'è il rischio che tra qualche mese spariscano e si torni a come era prima. Ripeto, queste transitorie devono diventare definitive, completate in tutta la città e collegate tra loro”.

Da inizio anno il Comune sta puntando forte su queste “bike line”, ovvero delle mini piste ciclabili a lato della carreggiata. Pensando, ad esempio, a quella fatta su via Tuscolana, queste mini corsie quanto possono essere pericolose per il ciclista?

“Punti di pericolo ce ne sono tanti, soprattutto su quella di via Tuscolana. Poi vicino ai semafori spesso si restringono perché il marciapiede si allarga per i pedoni, con il ciclista che costretto ad invadere la carreggiata delle auto. Vanno migliorate e pensate meglio, non stravolte”.

Come sta procedendo la manutenzione delle vecchie piste ciclabili?

“Non bene. La situazione è la solita, tante foglie e rami a terra. Poi ora si è aggiunto anche il problema degli stormi oltre al solito fango che invade quella sul Tevere. E poi manca l'illuminazione. Sulla pista più importante della città, quella appunto sul Tevere, da Marconi a Ponte Sublicio è completamente al buio. Raggi si vanta tanto di averla illuminata, ma in realtà a semplicemente cambiato qualche lampadina e messo in funzione un impianto che già c'era. Dove mancava proprio non l'ha messo. È importante che le piste siano rese vivibili per l'uomo”.

Le piste ciclabili spesso sono anche prese d'assalto dai monopattini elettrici. Questi si stanno rilevando un pericolo per i ciclisti?

“È stato equiparato il monopattino elettrico alla bici in maniera troppo frettolosa. Hanno una velocità doppia rispetto alle biciclette con pedalata assista, arrivano anche a 25 km/h. Ci sono tanti giovani che sono spericolati, il problema sono loro più che i mezzi in se. Andrebbero educati i conducenti”.

A Roma, dopo i flop del passato, quanto servirebbe un servizio di bici in sharing affidabile?

“Va cambiata la filosofia. Perché se il servizio di sharing dei monopattini funziona, quello delle bici non può farlo? Va semplicemente regolamentato bene e va trovata una formula migliore di quelle del passato. Era stato fatto tutto in maniera troppo approssimativa, servirebbe più convinzione. Come vediamo con i monopattini, se il servizio è fatto bene poi la gente lo usa. Semplice”.

Nel 2021 ci saranno le comunali. Cosa chiedono i ciclisti romani al futuro sindaco di Roma?

“Mancano i parcheggi per le bici, gli stalli, e così poi la gente è costretta a parcheggiarle sui marciapiedi e non è bello per una città come Roma. Andrebbero aumentati i vigili in bici, sia per controllare la città che per monitorare le stesse piste ciclabili. Ogni tanto ne spunta qualcuno e dopo pochi giorni spariscono nel nulla. L'idea, in ogni caso, è quella di essere più convinti di puntare sulla mobilità sostenibile e su quella ciclabile. Ci auguriamo che chi verrà spingerà con convinzione su questi due campi, tramutando i fondi in strutture che gestiscano questa mobilità con del personale specializzato e non messo lì per caso. Del personale adatto e formato che si dedica solo a questo. Se venisse fatto, le piste ciclabile ben fatte arriverebbero di conseguenza. Serve qualcuno che faccia progetti con cognizione. Il potenziale c'è, va solo sfruttato”.