Popolari in lite, Mauro su Meloni Salatto: "Vincerà Marchini è nuovo"
"Noi alternativi al Pd e distanti dai populismi di Salvini"
Nati da poco più di un anno e mezzo e già spaccati come una mela. La scelta del presidente dei Popolari per l'Italia, Mario Mauro, di appoggiare Giorgia Meloni, scatena l'ira del vicepresidente Potito Salatto che invece punta su Forza Italia e sulla candidatura di Alfio Marchini.
Salatto, va a finire che con Mario Mauro c'eravamo tanto amati?
"Non ricordo come fu".
Cosa è successo in questo movimento dei Popolari per l'Italia?
Qualcosa di molto grave. Il presidente Mauro, in quanto coordinatore di una fantomatica federazione popolare per la libertà ha dichiarato il sostegno alla candidatura dell'onorevole Meloni a sindaco di Roma, una candidatura lepenista, antieuropea e populista decisa senza aver consultato in quando presidente del partito gli organi preposti dallo statuto per decisioni di questa importanza, malgrado le mie insistenti sollecitazioni".
Quindi strappo, frattura?
"Allo stato attuale sì. Giuseppe Rizzo a Brindisi, Enzo Rivellini in Campania, Renata Jannuzzi nel Lazio e il coordinatore di Roma Antonfrancesco Venturini e a Latina Stefano Zappalà hanno concordato il loro appoggio a candidati a sindaco indicati da partiti e movimenti che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo. Ora Mauro è in assoluta, solitaria e personale contraddizione con la base del partito. Faccio notare che questi dirigenti sono anche membri della direzione nazionale del partito".
A Roma quindi che succede?
"Il nostro abbiamo candidato come indipendente nella lista di Forza Italia il coordinatore romano, l'avvocato Antonfrancesco Venturini a sostengo di Alfio Marchini".
Andate contro la Meloni e contro Mauro?
"Siamo distinti e distanti".
Ma perché Giorgia non piace?
"Nulla di personale ma è politicamente lontana nel suo abbraccio con Salvini che pagherà a caro prezzo, basta aspettare la fine delle elezioni. E se Giorgia non lo capisce subito dai sondaggi non resterà che attendere. Trasformare le elezioni amministrative di Roma per sconvolgere il centrodestra in destra centro è un errore che non tiene conto dei problemi della città".
Senta Salatto, ma voi Popolari per l'Italia, quanto pesate in termini di voti?
"E' tutto da verificare perché siamo nati da un anno e mezzo. In politica contano anche i ruoli. Noi vogliamo essere lo stimolo pressante per la ricostruzione di un centro sullo scenario politico italiani, alternativo al Pd, distante dai populisti e antagonista al Cinque Stelle.
"Quante elezioni ha fatto nella sua vita?
"Cinque, sempre con le preferenze". Partito nel 1973 con 11 mila voti sono arrivato a Bruxelles con 80 mila voti..
E ha vinto?
"Sempre eletto, sì"
Secondo lei i romani come vivono questa campagna?
"Sono disorientati, abituati quelli meno giovani nella Prima Repubblica a scontri epocali tra Dc e Pci dell'epoca sui temi concreti dello sviluppo della città e nel rispetto reciproco. Oggi invece c'è assalto mediatico dei candidati senza parlare di Roma"
Chi vince?
"Marchini ce la farà, vedrete, siamo agli inizia e la sua progressione è impressionante. Ce la farà perché non avuto alcuna responsabilità nelle giunte di destra sinistra che hanno distrutto Roma".
Un messaggino al suo amico Mario Mauro?
"Vorrei dedicarli una riflessione del Grande Giulio Per alcuni politici i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti". Intelligenti pauca".