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Roma
Portico d'Ottavia, terminato il restauro dopo 14 anni di ponteggi

Sono terminati i lavori di restauro del Portico d'Ottavia, i resti antichi risalenti a Settimio Severo nel cuore del quartiere ebraico.

 

Era da 14 anni che il Portico veniva soffocato dai ponteggi. Installati nel 2003, hanno oscurato la visuale ai visitatori per tre fasi di restauro. L'ultima, appena completata, era iniziata nel gennaio 2016 con la giunta Raggi. Un'operazione complessa, diretta dalla sovrintendenza capitolina che, attraverso un team di archeologi, architetti e ingegneri ha studiato, verificato, monitorato e consolidato nel tempo, la stabilità del monumento.

"Inauguriamo oggi la fine della terza fase del restauro del Portico d'Ottavia: iniziato nel gennaio 2016 e terminato poco fa. È uno dei cuori della Roma Antica", ha spiegato il sovrintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce.

"Il quadriportico è stato oggetto di lavori nel corso dei secoli che hanno complicato ulteriormente le attività di restauro - ha spiegato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a margine della cerimonia di inaugurazione - C'è una colonna, come spiegato dal Sovrintendente, in cui sono state inserite delle sonde per monitorarne eventuali piccoli movimenti, per i prossimi due anni. L'attività è stata estremamente importante e molto delicata. In un periodo di difficoltà economica bisogna far fruttare ogni centesimo ed essere grati a chi ha lavorato con grande passione".

L'ausilio di alte tecnologie ha permesso un monitoraggio attento dei resti del complesso che nei secoli è stato più volte danneggiato e rimaneggiato.

"Nel bilancio 2018 del Campidoglio sono state individuate le risorse, tra gli investimenti, per terminare il restauro dei muri laterali e del podio", ha sottolineato Presicce.

Gli interventi si sono svolti in tre fasi: il primo step ha riguardato l'analisi e la verifica della stabilità del monumento e il montaggio del ponteggio della facciata, il secondo ha visto il montaggio degli altri ponteggi e gli interventi di preconsolidamento nelle zone di estrema urgenza. Infine il terzo step, quello appena concluso, ha visto un progetto complesso e articolato di recupero.

"Questo intervento mette in luce da un lato le difficoltà delle norme sui lavori pubblici che li rende più difficili - ha detto l’assessore alla Cultura, Luca Bergamo - ma in secondo luogo, il lavoro fatto qui si avvale di quella ricerca scientifica di base che per il 50% si concentra nella Capitale e che noi intendiamo continuare a valorizzare”.

Con il restauro "di cui mi auguro possano godere presto anche gli studenti, quello ebraico diventa sempre più un quartiere di vita, cultura, tradizione e condivisione", ha detto Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma.

“Questa è una bellissima giornata perché viene restituita a Roma una parte storica della città, rimettendo a centro il rione e permettendo di vivere insieme la città storica e il suo futuro”, ha dichiarato infine la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi.

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