Roma

Si blocca l'ascensore della metro, bimbo precipita e muore. Improta: "Procedura di soccorso sbagliata"

Un bambino di quattro anni è morto alla stazione Furio Camillo della linea A della metropolitana. A quanto si è appreso, la mamma e il piccolo erano rimasti bloccati nell’ascensore. Per farli uscire, è stato affiancato un altro ascensore a quello bloccato e quindi si è proceduti al passaggio tra le due piattaforme. Nessun problema per la donna, mentre il piccolo è precipitato nel vuoto per oltre venti metri morendo praticamente davanti agli occhi della madre. I vigili del fuoco hanno dovuto recuperare il corpo del bambino nel pozzetto dell'ascensore che si trova al piano delle banchine, mentre l'ascensore era rimasto bloccato all'altezza del piano tornelli. Tutta la struttura dei due ascensori è stata posta sotto sequestro, così come il passeggino del piccolo
La donna è stata soccorsa ed è assistita dal personale del 118 ed è in stato di shock. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e  i vigili del fuoco.

"Ho tentato di rianimarlo ma è stato tutto inutile, ormai era troppo tardi". Cosi' Francesco, un operatore del 118, racconta il momento del soccorso a tragedia già avvenuta. "Insieme ai vigili del fuoco abbiamo tirato su il bambino - ha aggiunto Francesco - dopo averlo poggiato sulla banchina ho cercato di rianimarlo ma non c'è stato nulla da fare".
Secondo una prima ricostruzione effettuata dall'assessore alla mobilità Guido Improta, si sarebbe trattato di un errore umano. "E' stato un eccesso di generosità dell'agente di stazione si è trasformato in una tragedia: c'è un bambino morto, e una persona coinvolta. La dinamica è strana, un errore dell'agente della stazione che ha posto in essere una procedura che non doveva essere usata". Secondo le prime indagini all'ascensore principale bloccato era stato affiancato da un altro ascensore e si sarebbe cercato di fare un trasbordo delle persone attraverso una botola. "Una procedura non codificata" ha chiosato Improta.

Secondo quanto si apprende dall'Assessorato ai Trasporti, "il regolamento di esercizio ascensori adottato da Atac il 20 novembre 2014 riporta che la manovra di emergenza per prestare soccorso alle persone rimaste intrappolate in cabina deve essere eseguita esclusivamente da personale abilitato e addetto alla manutenzione dell'ascensore". Secondo il Comune di Roma l'intervento che ha causato la tragedia nella stazione Furio Camillo poteva essere eseguito solo da personale specificatamente addestrato per questo scopo" e l'assessorato ha fatto sapere che "la ditta di manutenzione Kone, a seguito di segnalazione, stava già intervenendo secondo i tempi contrattualmente previsti e cioè aveva assicurato l'intervento entro 30 minuti dalla segnalazione del guasto".
L’addetto all’ascensore è stato visto piangere e trasportato via a braccia dai colleghi. Intorno alla stazione ci sono centinaia di persone sconvolte.  "Quell’ascensore è spesso guasto - commentano gli utenti abituali della stazione di Furio Camillo - Di solito quando non funziona, viene segnalato con le bande gialle da Atac. Oggi invece non c’era nessuna segnalazione".

Atac ha fatto sapere che i filmati delle telecamere sono state messe a disposizione della Procura di Roma. "Si è trattato di una tragica fatalità - ha commentato il responsabile delle relazioni esterne dell'Atac, Giuseppe Noia - Le indagini chiariranno quello che è avvenuto, non si è trattato di un problema che ha a che vedere con la manutenzione. L'ascensore è partito dal piano di accesso alle linee".
Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha deciso di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali del bambino. Il primo cittadino lo avrebbe comunicato ai genitori del piccolo, durante la sua visita ancora in corso alla stazione.  Una contestazione attendeva il primo cittadino all'uscita della metro dove alcuni cittadini lo hanno accolto con le urla "Buffone! Buffone!".