Roma
Prestiti alle imprese e partite iva: rinviate gli interessi. C'è chi specula
Cosa si nasconde dietro il congelamento di prestiti e mutui del Cura Italia. L'economista ha fatto i conti: “La trappola del rinvio delle quote capitale"
Il congelamento di prestiti, mutui e laesing previsto dal Cura Italia, nasconde un trucco. E' vero che si ha un beneficio immediato, ma in autunno per le imprese e partite iva arriverà un conto salato. A sostenerlo, conti alla mano, è il professor Rosario Bianco, docente di economia e gestione delle imprese Università Telematica Pegaso, al quale è stato chiesto di fare un'analisi tecnica sulla convenienza del provvedimento del Governo Conte.
di Rosario Bianco *
Entrato in vigore lo scorso 17 marzo, il decreto legge “Cura Italia” ha previsto “una moratoria – si legge dal sito governativo del MEF – per le micro (le cc.dd. partite IVA), piccole e medie imprese (PMI), i professionisti e le ditte individuali” con un differimento sulle scadenze dei crediti al 30 settembre 2020.
Nella sostanza, attraverso l’articolo 56 del D.L. “Cura Italia” il Governo ha dato facoltà di congelare sino all’inizio del prossimo autunno un valore stimato di prestiti da 220 miliardi di euro: dunque, “linee di credito in conto corrente, finanziamenti per anticipi sui titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza”.
Sebbene la sospensione “del pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020, per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale” sia una tra le misure governative di contrasto alla crisi economica determinata dall’inattività del tessuto produttivo, emergono controversie e problematicità quando nei confronti degli istituti finanziari all’impresa è data ambivalente facoltà “di chiedere la sospensione dell’intera rata o dell’intero canone o solo della quota capitale”.
A tale proposito, dimostreremo come l’opzione più vantaggiosa per le imprese sia la richiesta della sospensione delle sole quote capitale.
L’onesta consulenza arriva da Bergamo, epicentro della tragedia umana
All’emergenza ha fatto seguito il disastro economico, eppure l’auspicio è sempre quello che nella tragedia la solidarietà ed il rispetto delle persone valgano più del mero profitto. Sin da subito, tra le società che hanno messo in guardia dalla richiesta di sospensione dell’intera rata suggerendo invece la sospensione della sola quota capitale, c’è stata la Sofim-Gefina S.p.A, “partner finanziario specializzato nella motorizzazione su gomma”, società bergamasca attiva in tutta l’Unione Europea che offre assistenza “anche per quanto concerne problematiche quali ampliamento o ristrutturazione dei finanziamenti”.
Parliamo di una società funzionale ad un comparto – quello del trasporto, ed in particolare dei bus turistici – estremamente vessato da tali contingenze. Come del resto chi opera con spirito di umanità, l’impegno di consulenza finanziaria di una società lì dal centro di questa tempesta che si è abbattuta sull’Italia e sul Mondo possa essere elevato ad esempio di una finanza etica che risponde alle esigenze di uomini in carne ed ossa con famiglie ed affetti cari in condizioni di bisogno e necessità di dignità.
Un consiglio per l’imprenditore medio o grande del trasporto su gomma
Prima di tutto, bisogna ricordarsi di rispondere “no, grazie” a coloro che proporranno di rinviare ogni pagamento – rate, cioè quote del capitale prestato più gli interessi – a settembre o ottobre: tali consulenti non staranno infatti provando a migliorare alcunché, bensì si staranno sfregando le mani per lucrare su una situazione già congestionata.
Piuttosto, bisogna rispondere chiedendo di voler continuare a pagare durante questo periodo soltanto gli interessi e posticipare all’autunno il pagamento delle quote capitale, cioè le quote del debito senza interessi. In questo modo, l’imprenditore risparmierà migliaia di euro che altrimenti perderebbe per le speculazioni di operatori finanziari senza scrupoli. Di seguito, viene presentata la spiegazione sul perché tra le due possibilità che l’imprenditore ha, la sospensione della quota capitale continuando però a pagare gli interessi è quella in assoluto più conveniente.
Possibilità 1: sospensione delle rate, ovvero quote capitale più interessi
È il caso di uno slittamento del piano di ammortamento, che si compone di rate – ovvero quote capitale e quote interesse –, alla successiva scadenza prestabilita – in tali contingenze al prossimo autunno – con un ricalcolo degli interessi sul capitale residuo al tasso d’interesse originariamente concordato tra impresa ed istituto finanziario.
Possibilità 2: sospensione della sola quota capitale, continuando però a pagare gli interessi
Anche durante il periodo di sospensione di pagamento della parte della rata determinata dalla quota capitale, l’impresa continua a versare la quota d’interesse rispettando i termini originariamente concordati.
Dimostrazioni empiriche sul beneficio della sospensione della sola quota capitale Analizziamo, a titolo esemplificativo, due piani di ammortamento per un importo complessivo pari a € 150.117,81 ed estinzione prevista per il 13.06.2025 ad un interesse medio di mercato. Alcune considerazioni teoriche dietro rate, quote capitale ed interessi Ad onore di verità, l’esempio proposto presenta due piani di ammortamento cosiddetti alla “Francese”, ovvero a rate costanti.
Come anticipato, la rata equivale alla Ct – quota capitale in un determinato tempo “t” – più It – quota interessi al tempo “t”–. Con riferimento alla moratoria prevista dal decreto legge, con le quote capitale sospese, gli interessi comunque continueranno a maturare.
Nel caso esaminato di “Rinvio Rate al 13.10.2020”, la rata “CL 10” – ovvero la prima dopo la sospensione temporanea – con la quota capitale conterrà gli interessi, che saranno già stati maturati sino a quel momento, capitalizzati – in altre parole, più elevati –.
In matematica finanziaria, la formula per il montante corrisponde alla “somma del capitale impiegato C e degli interessi maturati dall’epoca dell’impiego, convenzionalmente epoca 0, all’epoca t”:
M(t) = C+Cit = C(1+it)
Con riferimento alla formula, maggiore sarà il valore di “t” – ovvero, del tempo – maggiore sarà “i” – l’interesse –.
Nel caso esaminato e consigliato di “Rinvio sole Quote Capitali al 13.10.2020”, non essendoci stata l’interruzione del pagamento degli interessi, bensì della sola quota capitale, ad ottobre pagherò interessi su quote capitale per periodi di tempo più brevi, risparmiando. Non dovrò infatti pagare interessi su altri interessi.
Conclusione, rinnovando l’invito
L’imprenditore deve fidarsi di quello che è semplicemente un consiglio: adesso, chiedere di pagare soltanto gli interessi e posticipare il pagamento delle quote capitale a partire dall’autunno. Si risparmieranno un sacco di soldi. Bisogna diffidare di coloro che proporranno di rinviare ogni pagamento – quote capitale più interessi – perché questi non sono affatto dei buoni amici.
* Prof economia e gestione delle imprese Università Telematica PEGASO