Processo Cerroni, Alemanno “salva” il Supremo. “Politica ostile ma incapace”
di Valentina Renzopaoli
Malagrotta è stata per decenni l'unica scelta possibile e Manlio Cerroni l'unico imprenditore che avesse a disposizione terreni, impianti e tecnologie adeguate per il trattamento e il riciclo dei rifiuti urbani di Roma e non solo.
Dopo la pausa estiva riprende il processo sulla gestione dei rifiuti nel Lazio e sul banco degli imputati salgono big, o ex big, della politica, come l'ex sindaco Gianni Alemanno e l'ex vice presidente della Regione Lazio, Esterino Montino oggi sindaco di Fiumicino, quali teste del principale imputato, accusato di associazione a delinquere.
“Nessuno condizionamento, né pressioni per ottenere vantaggi o agevolazioni da parte del Supremo” dice prima uno poi l'altro, rispondendo all'esame del legale di Cerroni, Bruno Assumma. Anzi, secondo Alemanno c'era un “clima di sostanziale ostilità da parte delle parti politiche nei confronti di Cerroni, la politica lo criticava ma non trovava altre alternative”.
L'ex sindaco spiega: “Dal punto dei vista imprenditoriale c'è sempre stata una grande difficoltà o rifiuto da parte degli imprenditori del nord a scendere su Roma, non si è mai visto nessun imprenditore di rilievo del nord interessato ad aprire un impianto nella capitale, mentre c'è sempre stata da parte della politica romana, me compreso, una reticenza ad aprire a imprenditori del sud a causa di possibili rischi legati alla criminalità organizzata”.
Alemanno poi aggiunge: “Ma l'aspetto più grave è sempre stata la questione dei siti: la discarica di Malagrotta è sopravvissuta a se stessa perché la politica non ha mai trovato un'alternativa reale. Io avevo proposto come sito alternativo l'ex poligono di Allumiere ma ci fu una forte opposizione del partito democratico, e la stessa situazione si è ripetuta per tutti gli altri siti”.
Esterino Montino, alla domanda del legale se sia a conoscenza del fatto che Cerroni sia stato favorito dalla politica risponde: “Non mi sembra che ci ci siano stati favori da parte della politica in generale, ma una presa d'atto che il sistema che si era costruito era tale ed era quello che si era consolidato”.