Roma

Processo Cerroni: il superteste scopre le carte."Datemi qualche tonnellata di rifiuti"

di Valentina Renzopaoli

Abito blu, camicia bianca, toni bassi e pacati: ad un anno esatto dall'inizio del maxi processo sui rifiuti, nella I Aula Collegiale di piazzale Clodio martedì è salito sul banco dei testimoni Fabio Altissimi, uno dei personaggi chiave dell'impianto accusatorio costruito dal pm Alberto Galanti e che ha portato all'arresto di Manlio Cerroni, di alcuni suo i dirigenti e di una serie di burocrati della Regione Lazio. Un fiume in piena l'uomo che ha denunciato il Supremo di aver costruito un sistema monopolistico in grado di stritolare chiunque volesse entrare nel mercato, grazie ad una rete di rapporti e sodalizi illeciti con esponenti dell'amministrazione regionale. Sulle parole dell'imprenditore, a sua volta indagato dalla procura di Latina di truffa, si gioca buona parte del processo.
Il controinterrogatorio dell'ex responsabile della Direzione generale dei Rifiuti della Regione Mario Marotta, che si è concluso, invece è stato un buco nell'acqua: Galanti non è riuscito a far emergere quello che forse si aspettava.
Andiamo per ordine. Interrogato dal pubblico ministero, Fabio Altissimi, titolare della Rida Ambiente che gestisce un impianto di tmb ad Aprilia, ha ricostruito l'iter amministrativo e i passaggi burocratici che la sua azienda, nata nel 1990 per il recupero del legno, ha affrontato prima di ottenere le autorizzazioni necessarie per la costruzione di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti e per vedersi assegnata dalla Regione la determinazione della tariffa. Un percorso a ostacoli, secondo l'imprenditore di Albano Laziale, intralciato da personaggi che avrebbero voluto tenerlo fuori dal settore. Primo tra tutti, Luca Fegatelli, ex dirigente della Regione Lazio, responsabile dell'Area Rifiuti, che avrebbe fatto di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote. “Nel 2009 la mia azienda ottenne l'autorizzazione integrata ambientale, ma nonostante le mie ripetute richieste la Regione non voleva determinare la tariffa, passaggio indispensabile per poter far accedere i rifiuti negli impianti” ha raccontato. “Il mio riferimento era Luca Fegatelli che conoscevo da anni, a lui ho chiesto spiegazioni ma mi sentii rispondere con il sorriso sulle labbra “non ci pensare nemmeno, la tariffa non te la darò mai”.
Altissimi ha pure raccontato di un episodio risalente al periodo dell'emergenza rifiuti in Campania: “Se non paghi, i rifiuti da te non arriveranno mai: mi sono sentito rispondere così da Fegatelli quando ho chiesto di poter portare qualche tonnellata di rifiuti nel mio impianto durante l'emergenza a Napoli”.
Nel mirino dell'interrogatorio pure la delibera di Giunta del 7 agosto del 2010, sui cui hanno già riferito nelle passate udienze l'ex Assessore alle Politiche dei Rifiuti Paolo Di Paolantonio e l'ex Governatore Renata Polverini. Il provvedimento aveva consentito ai comuni di Anzio e Nettuno di smaltire rifiuti solidi urbani fuori dall'Ato di competenza, nell'impianto di Borgo Montello della Ecoambiente sempre del gruppo Cerroni; piuttosto che in quello della Rida che, sempre secondo il teste, “avrebbe avuto una tariffa più vantaggiosa”. L'interrogatorio di Altissimi da parte del pm Galanti proseguirà nell'udienza del prossimo 23 giugno che si preannuncia ancora più bollente.
E' terminato invece l'esame di Mario Marotta, ex responsabile della Direzione generale dei Rifiuti della Regione dall'ottobre 2010: nel contro esame del pm Galanti, a sorpresa il dirigente smonta la tesi del magistrato, almeno per quanto riguarda l'accusa rivolta al “sodalizio criminale” di aver fatto pressioni per la sostituzione di Riccardo Ascenzo, ex dirigente dell'Area Rifiuti in Regione.
“In assenza delle reiterate richieste di Fegatelli, Ascenzo sarebbe stato rimosso?” ha chiesto in modo esplicito il pm. “La rotazione era prevista per tutti gli uffici”.
“Dottor Marotta lei sta deviando la domanda” ha incalzato Galanti. “Far ruotare le aree dirigenziali era previsto da una delibera di giunta”.