Roma
Processo Cerroni, la difesa sfida il piemme. "Altissimi sapeva in anticipo gli arresti"
di Valentina Renzopaoli
Nell'aula giudiziaria del processo Cerroni si alza la temperatura alla vigilia della deposizione di uno dei testimoni chiave, il grande accusatore Fabio Altissimi, prevista per il prossimo 9 giugno. Nell'udienza di mercoledì è stato un testa a testa tra il pm Alberto Galanti e l'avvocato Domenico Oropallo, legale dell'ex funzionario regionale Luca Fegatelli, accusato di essere la mano lunga del patron di Malagrotta in Regione. Al centro della querelle la serie di intercettazioni telefoniche che la difesa ha chiesto di trascrivere e che coinvolgerebbero, oltre allo stesso Altissimi, titolare della Rida Ambiente che gestisce l'impianto di Tmb di Aprilia, anche gli avvocati Francesco Fonderico, Francesco Rea e Michele Proverbio. Il legale della Rida, Giacomo Satta e il pm Galanti si sono opposti all'utilizzo di queste conversazioni, in virtù di una norma che sancisce la tutela del segreto professionale.
I colloqui registrati sull'utenza di Altissimi, secondo la difesa, getterebbero più di un'ombra sui comportamenti del titolare della Rida. “Alcune delle conversazioni si segnalano per l'impropria e forse illecita propagazione di notizie riservate relative alla fase più delicata dell'indagine penale, ovvero quella relativa alla richiesta e possibile adozione di misure cautelari a carico degli imputati, tanto da aver dato luogo a due distinte informative di reato”, ha spiegato nel suo intervento l'avvocato Oropallo.
In particolare nel mirino della difesa di Fegatelli ci sono due telefonate, del 31 dicembre 2013 e dell'8 gennaio 2014 tra Fabio Altissimi e Francesco Fonderico. Nella prima, si parla di vari personaggi dell'amministrazione regionale e del ricorso avverso l'assegnazione delle tariffe che la Rida deve presentare. Dalle parole dei due interlocutori, secondo la difesa di Fegatelli, emergerebbe il fatto che Altissimi sia a conoscenza dell'emissione, non ancora avvenuta, delle misure cautelari nei confronti dei protagonisti della “monnezzastory”. Parlando del ricorso Altissimi chiede “...ma noi gliela facciamo a notificargliela prima che se ne vanno in gara...in ferie questi signori che, si ricordi sempre che l'otto o il dieci...” si legge nell'intercettazione. “A nostro giudizio con la frase a metà verosimilmente si voleva intendere “in galera” correggendosi poi con “in ferie” e sottolineo che il 9 gennaio gli imputati sono stati arrestati” ha spiegato Oropallo.
Anche nell'altra intercettazione dell'8 gennaio emergerebbe “la ragionevole possibilità che Altissimi potesse aver avuto accesso ad informazioni riservate circa la prossima emissione di misure cautelari” e che addirittura “possa aver appreso informazioni tramite i suoi avvocati di fiducia ottenuto indebiti contatti con persone degli Uffici Giudiziari e delle Forze di Polizia”, si legge nella memoria difensiva.
In sostanza, durante la telefonata succede che, facendo riferimento alla conversazione “dell'altra sera”, quella appunto del 31 gennaio, Altissimi ha voluto specificare “in maniera sospetta e in apparenza ingiustificata” che si era “impappinato”. Come se, insomma, volesse mandare un messaggio a qualcuno, sapendo di essere intercettato.
Sulla richiesta di trascrizioni il collegio giudicante presieduto da Giuseppe Mezzofiore si dovrà pronunciare all'inizio della prossima udienza, il 9 giugno.