Prostituta rumena all’esame di maturità. In Italia per curare il figlio malato
La storia di Erica, la squillo che cerca un futuro migliore
Squillo di notte e studentessa di giorno. Partita dalla Romania per occuparsi del figlio malato, Erica si prostituisce per trovare i soldi per le cure, ma non ha abbandonato la speranza.
Ora studia per prendere il diploma di maturità e garantire alla sua famiglia un futuro dignitoso, mentre di notte lavora in strada, nella periferia est della Capitale. "Sono venuta a Roma convinta da una mia amica. Sapevo che avrei fatto la prostituta, ma me lo immaginavo diverso. In strada ho sempre paura, non sai mai quello che ti capita - spiega ai conduttori di Radio Cusano Campus - Alcuni clienti ti trattano male, ti strattonano, ti dicono io ho pagato e faccio quello che mi pare. Come se tu fossi solo un pezzo di carne. Altri vogliono fare troppo forte, altri invece dopo aver fatto rivogliono indietro i soldi”. Il racconto è quello di una donna che sta facendo di tutto per far guarire suo figlio, ricoverato in Romania per una malattia ai polmoni. Erica, nome di fantasia, non riusciva nel suo Paese a trovare i soldi per le cure e per l'appartamento affittato ai propri genitori vicino all'ospedale dove si trova il piccolo ed è partita per l'Italia. Ai microfoni di Radio Cusano Campus spiega che la vita da prostituta è più difficile di quanto credesse, tra i problemi con i clienti violenti e quelli dovuti alla temperatura in città. “Ora fa caldo, qualche mese faceva freddo, la vita in strada è un inferno. La mia amica riesce a lavorare più tranquillamente rispetto a me. Io invece sto proprio male, sono triste, sto mettendo da parte i soldi, appena mio figlio guarisce smetto con questa professione e mi trovo un lavoro normale".
Erica deve occuparsi da sola di suo figlio perché il compagno l'ha abbandonata per scappare con un'altra donna subito dopo il parto e non si è mai interessato alla malattia del piccolo: "In Romania amavo studiare, qui ho cercato di riprendere, ma con un'altra lingua è tutto più complicato. Ora di notte lavoro, di mattina dormo e di pomeriggio studio. Tra qualche giorno ho l'ultima prova, quella a voce. Porterò il viaggio come argomento. Perché da quando sono stata costretta a partire dalla Romania, mi sento come Ulisse. Prima o poi tornerò nella mia Itaca. Ma solo per la pensione. A mio figlio voglio dare il meglio. E il meglio è in Italia. Smetterò presto di fare questa vita e lui sarà orgoglioso di avere una mamma come me".