Roma
Pubblica un libro aiutata della rete. Storia di Paola, ignorata dagli editori
Dal blog all'editoria, Paola Zeta racconta come ha venduto in rete un libro prima di averlo ultimato
di Patrizio J. Macci
Paola invia il suo manoscritto a decine di case editrici senza ricevere risposta poi decide di "fare da sola". La Cicatrice perfetta è un romanzo breve d'esordio affidato alla rete che è riuscito a diventare di carta. Sono stati i lettori a deciderlo. L'autrice ha deciso di non rivelare la sua identità ma di raccontare come riesce a conciliare vita professionale e scrittura.
Paola, quando e perché ha cominciato a scrivere?
“Sono stata una bambina poco fisica. Mia madre non ci lasciava scendere a giocare nei cortili, così io e le mie sorelle siamo state fin da piccolissime abituate a trascorrere i pomeriggi tra atlante, libri e matite. Non è mai stata una grossa sofferenza, anzi, mi sentivo a mio agio sfogliando le pagine dei volumi nelle enormi e fornitissime librerie in casa. Fu quando collezionai il mio primo dieci e lode alle elementari con una specie di haiku (parlava del cielo e l’ho conservato nel quaderno a quadretti) che mi venne voglia di continuare a tradurre in inchiostro i pensieri. Non ho più smesso. Negli anni 2000 sono arrivati i blog, piattaforme pubbliche ove esprimersi con maggior sfogo, rispetto agli attuali social. Dal diario ai racconti, dalle ricette alle esperienze di viaggio, il blog poteva diventare qualsiasi cosa si desiderasse, per poi passare sotto l’occhio di tutti. Era il medium che mi mancava. Lì si è creato il primo zoccolo duro di persone a cui piaceva leggermi, la cosa meravigliosa è che oggi sono gli stessi che hanno preordinato La Cicatrice Perfetta e me ne hanno dato notizia con un sentito e commovente “ti stavamo aspettando da tanto”.
Quanto tempo ha impiegato a scrivere LA CICATRICE PERFETTA?
“Avevo la storia già dentro da parecchio quindi, come da manuale, ho cominciato studio, struttura e prima stesura nel corso di una estate. Nella primavera dell’anno successivo ho cominciato a proporla alle case editrici. Ma ho dovuto ripiegare perché nessuno mi ha risposto tranne gli editori che impongono di comprare copie preventivamente”.
Il suo romanzo si inserisce all'interno di un'operazione di crowdfunding, di cosa si tratta?
“Attraverso il crowdfunding i lettori stessi diventano editori, supportando una campagna di autopromozione dell’autore stesso. Questo dà modo di conoscere le molte belle penne in giro, sia sulle piattaforme web che nei vari circoli ed associazioni sul territorio, le quali difficilmente si inseriscono in un circuito ad oggi non felicemente mainstream nel quale gli autori inediti o quasi hanno difficoltà a trovare spazio. Gli editori "seri" che rispondono propongono attese superiori a un anno".
Lei non è una scrittrice full time, quanto della sua vita professionale entra in quello che scrive?
“Pur non costituendo la mia attività principale ed unica, la scrittura non è hobby, non può esserlo; essa stessa è una esperienza decisamente fisica, di studio, concentrazione, approfondimento e filtro. Nella vita svolgo un lavoro di tipo ben diverso, molto più classico, a regole rigide. Lì, davanti al pc aperto sul terrazzo, nel beato silenzio delle ore in cui mi dedico a scrivere, tutto quello che decido mi appartiene, è solo mio, e risponde alle mie idee”.
Il suo prossimo progetto?
“Fino a settembre protrarrò le promozioni Bookabook per l’ottenimento dell’overgoal e l’organizzazione di promozioni successive alla pubblicazione. Contestualmente, proseguirò con due progetti già approcciati – di carattere molto diverso da La Cicatrice Perfetta – che, poveri figli, sono rimasti seduti nei cento giorni di questa bellissima esperienza di promozione. Verranno inseriti molti più personaggi, in un contesto che strizza sempre l’occhio alla romanità, anche a livello linguistico – lo slang romano è adorato ed adorabile, se bilanciato – e il substrato emotivo, anziché descritto, sarà suggerito da un discorso diretto molto fitto”.