Roma
Raggi bis, la mannaia Rousseau: via al televoto con l'incubo del fuoco amico
Il consigliere M5S Stefàno, profeta della mobilità dolce, semna il panico: "Io sono contrario nel metodo"
Raggi, le 24 ore più lunghe dell'anno per sapere se il Movimento darà il via libera alla sua sua idea di ricandidarsi a sindaco di Roma: due giorni di televoto sulla piattaforma Rousseau. “Urne elettroniche” aperte dalle 12 di domani, giovedì 13 agosto, alle 12 di venerdì 14 agosto.
Quindi il responso e due effetti: se dovesse arrivare l'ok allora anche i frondisti dovranno abbassare i fucili, altrimenti il rischio che il voto si trasformi in un sondaggio di gradimento, potrebbe far traballare la poltrona.
E già i contrari sono al lavoro sulle bachece di Fb per esprimere tutte le contraddizioni di una candidatura d'agosto e di una chiamata al voro che arriva il giorno prima di Ferragosto, quando tecnicamente si dovrebbe essere in vacanza o quasi. A parlare gia dalle prime ore del mattino, l'autonominatosi esperto di mobilità Enrico Stefàno, presidente di Commissione trasporti e che in un lungo post ha espresso il suo voto contrario non alla Raggi e al secondo andato ma “al metodo” con cui è stata portata avanti l'operazione ricandidatura.
Scrive Stefàno: “Oggi c’è una regola nel MoVimento, giusta o sbagliata, ma c’è. Vogliamo aprire una riflessione su questa regola? Sicuramente ce ne sarebbe bisogno, e io non sono una persona dogmatica ma assolutamente pratica. E sono d’accordo che debba essere rivista. Ma non a dieci mesi dalla tornata elettorale e quando si è coinvolti in prima persona. Sindaci che proposero la stessa cosa qualche anno fa furono cacciati dal MoVimento e accusati di poltronismo, mi chiedo, cosa è cambiato oggi?
Molti di quelli che oggi sono stati folgorati sulla via del “Raggi-Bis” e fanno un post al giorno in suo sostegno con paragoni improbabili sono personaggi che fino a l’altro ieri remavano contro e chiedevano la sua testa. Mi chiedo quindi che credibilità possono avere queste persone e soprattutto chi si vuole ricandidare supportato (almeno in parte) da queste persone. Più in generale, prima di parlare di Raggi Bis, Tris, secondo, terzo e quarto mandato, mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione interna e un ampio dibattito per discutere di cosa a Roma ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi) e come evitare di ripeterli in futuro. Degli obiettivi raggiunti e quelli mancati. Tanto per dirne una da oltre due anni siamo senza Assessore ai Rifiuti... E, solo dopo questo percorso, decidere di passare oltre i due mandati attraverso una sana votazione, e ancora, soprattutto, scegliere il candidato sindaco attraverso le famose “comunarie”. Perché possiamo anche togliere il limite dei due mandati ma magari attraverso una selezione e dibattito interno troviamo qualcun altro bravo da valorizzare. Insomma, avrei voluto mettere le idee al centro prima delle persone. Fare un percorso "dal basso", coinvolgendo chi ha capacità e voglia. Che poi sono i principi dai quali è nato il MoVimento. Siamo nati per rompere gli schemi, non per riproporre la brutta copia di quelli vecchi.
Veniamo ora al merito.
Al di là degli errori, che per carità tutti abbiamo commesso, e del fatto, che va riconosciuto a Virginia, di averci messo la faccia in situazioni sicuramente difficili, quello che è mancato in questi anni è stata una visione e idea di città, del ruolo al quale vuole aspirare la Capitale di un Paese del G7. Ci (ri) presentiamo ai cittadini con i post “trionfanti” di strade asfaltate, alberi potati, ceppi tagliati, panchine riparate e roba simile? Ovvero l’ordinaria amministrazione? Ritengo invece che dovremmo aspirare a ben altro e andare oltre.
Come la città di Roma vuole rispondere alle sfide che avremo davanti in questi decenni, dai cambiamenti climatici alla crisi economica, come colmare rapidamente il gap infrastrutturale e tornare di nuovo ad essere competitivi e creare lavoro. Di tutto questo non vi è assolutamente traccia nel dibattito cittadino, va detto in tutti i partiti. E poi soprattutto basta, non se ne può più con questa retorica del passato, con questo vittimismo, con le manie di persecuzione. Basta con questo mito dell'onestà mentre il Presidente dell'Assemblea Capitolina sta a processo per corruzione.
Ora, un’ultima preghiera. Dopo questo mio post, verrò tacciato nell’ordine di essere: Lombardiano, Renziano, Rettiliano ecc. Vi pregherei, a chi non la pensa come me (ci può stare non ritengo di avere la verità in tasca) di contestare quanto da me scritto nel merito, se possibile argomentando”.