Roma

Raggi cerca 40 mln. Salvare Roma metropolitane è una manovra pre elezioni

Cristina Grancio sul dietrofront del sindaco per la partecipata della mobilità. “A pochi mesi dal voto il mea culpa”

di Cristina Grancio *

Quella della Raggi è stata una Giunta che non è stata in grado di capire cosa realmente volesse né quale fosse la centralità di un’azienda partecipata come “Roma Metropolitane” nella sua azione di governo sebbene avesse in programma, sulla carta, un impronta rivolta alla mobilità sostenibile.

Ora a pochi mesi dalle elezioni la Giunta Raggi sembra di voler fare il mea culpa e recuperare quella azienda che invece è stata portata in liquidazione per non aver permesso ai suoi bilanci di ottenere quote che erano palesemente dovute.

Per tentare di sventare la liquidazione di “Roma Metropolitane” ricordo mesi di battaglie feroci portate avanti dai lavoratori che sono entrati in una fase di precarietà, umiliati da un’amministrazione che non aveva nemmeno ben chiara quali professionalità avesse in grembo Roma metropolitane e quali le sue potenzialità. “Roma Metropolitane” è una società di cui si è percepito il valore con l’approvazione del Pumps piano urbano per la mobilità sostenibile, non doveva essere stravolta nel suo assetto, ma ormai, nel 2019,il carrozzone dello smantelliamo tutto era partito ed un assessore, quello della mobilità, a dispetto del nome ha preferito rimanere inerte, non è stato in grado di fermarlo.

Questo atteggiamento si è tradotto in una mancanza di mezzi per portare avanti azioni strategiche ed a cascata questo ha significato danni per i cittadini di Roma e non solo per “Roma Metropolitane” che ha visto congelata la sua azione.

La situazione attuale vede i lavoratori che non stanno percependo lo stipendio e per correre ai ripari su questa partecipata bisognerà stanziare 40 milioni di euro. Perché solo ora il sindaco si preoccupa di questo, laddove alcuni mesi fa era del tutto disinteressata? Se avesse avuto a cuore l’interesse dei lavoratori e dei cittadini di Roma a godere del loro lavoro, avrebbe ascoltato le loro istanze e non avrebbe gettato tutte alle ortiche. L’interesse per i lavoratori non era prioritario e nemmeno i servizi offerti dall’azienda. Ma certe situazioni e certe sensibilità probabilmente mutano con l’avvicinarsi delle elezioni.

* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto