Roma

Raggi, gaffe sull'allevatore di Capannelle: lo scambia per un pastore sardo

L'operatore di Capannelle che ha tentato di darsi fuoco in Campidoglio confuso dalla Raggi per un pastore in protesta per la crisi del latte in Sardegna

Virginia Raggi ha le idee sempre più confuse. L'allevatore di Capannelle, che mercoledì ha tentato di darsi fuoco in piazza del Campidoglio durante la manifestazione per protestare sul rischio di chiusura dell'ippodromo, scambiato dal sindaco per un protestante pastore sardo. È l'ennesima gaffe.

 

Un gesto estremo, come quello di cospargersi di benzina e tentare di darsi fuoco, non è bastato per fare breccia nella memoria del sindaco Raggi. Franco Salvatore Sala, questo il nome del manifestante, è un pastore e allevatore di cavalli. È proprio questa sua attività che tratto in errore la Raggi che, interpellata sul suo gesto a margine dell'inaugurazione del murale a Casal de' Pazzi, ha detto: “Purtroppo questa persona era in realtà uno dei pastori sardi, una vicenda che il Governo dovrà attenzionare bene”.

Pala però, intervistato telefonicamente da Radio Radio, ha immediatamente smentito il sindaco, precisando di aver tentato di darsi fuoco “per la vicenda di Capannelle perché è in uno stato pietoso” e lui è “disperato”.

“Sono il numero uno come allevamento di cavalli in Italia - ha detto Pala - poi ho un allevamento di pecore qui e due in Sardegna. Ho tentato di darmi fuoco per la vicenda di Capannelle perché è in uno stato pietoso. Nonostante noi paghiamo i box e tutto quello che c'è da pagare, non riescono a stabilire un nuovo canone di affitto. Ci sono 2000 posti di lavoro in ballo perché tra 14 giorni chiude tutto, perché il 28 scade l'ultimo canone. Sono mesi che Frongia promette e la sindaca è assente, non riusciamo ad avere un colloquio per stabilire un canone di affitto. Non capisco questa latitanza. Non stiamo chiedendo nulla, né sussidi né aiuti. Vogliamo solo mantenere il posto di migliaia di ragazzi – continua l'allevatore - che montano cavalli a 10 euro, mantenendo spesso famiglie senza lavoro. C'è chi vende paglia, chi avena e chi fieno. Ci sono i maniscalchi. Ci sono una filiera e un indotto eccezionale intorno a Capannelle. Per questo non riesco a spiegarmi questa latitanza".

"Io sono disperato - ha concluso Pala - perché ho 13 cavalli parcheggiati che non mi rendono un centesimo e che devo accudire. Non so come dargli da bere e da mangiare. Della crisi del latte in Sardegna se ne stanno occupando i miei nipoti e i miei cugini. Anche lì c'è una situazione disperata. Noi vogliamo solo vivere di dignità e lavoro, non rubando”.