Roma

Raggi e i 5 Stelle si stanno auto-rottamando. Tutti gli "orrori" della giunta

Nicola Zingaretti ormai in campagna elettorale bombarda il Campidoglio. Che annaspa

di Diana Maltagliati


Giustificazioni ed autoincensamento: la Giunta a 5 stelle e il sindaco Raggi costretti a giocare sempre in difesa tra balle colossali e dichiarazioni incomplete: il virus Chikungunya  e la violenza delle donna tedesca a villa Borghese con la vicenda surreale della partecipazione del Campidoglio al bando regionale sulla videosorveglianza sono gli ultimi due scivoloni in ordine di tempo.


E chi li inchioda è sempre la Regione Lazio di Nicola Zingaretti, impegnata in un botta e risposta a suon di documenti ufficiali che non lasciano scampo alla frettolosa incapacità degli assessori di Virginia Raggi.
La battaglia tecnica  tra le due Amministrazioni è iniziata in piena estate con l'emergenza acqua e la salvezza del lago di Bracciano. Ma l'ultima gaffe del Campidoglio entrerà nella storia delle deficienze a Cinque Stelle. Secondo la Regione  sono 12 i Municipi della Capitale che hanno partecipato al bando regionale sulla videosorveglianza presentando per tempo i propri progetti, ma l'amministrazione capitolina non è pervenuta. A denunciarlo, una nota della Regione che chiarisce ogni dubbio: “Si ribadisce come sul Bando sulla videosorveglianza nessun progetto dell'Amministrazione comunale né di suoi Dipartimenti sia mai stato presentato e formalizzato alla Regione Lazio – si legge - L'unica nota ufficiale giunta a questa amministrazione è una lettera della Sindaca di Roma Virginia Raggi del 13 settembre che delega il Dipartimento Simu del Campidoglio a presentare progetti nel bando. Tali progetti non sono mai stati presentati lasciando così la missiva della Sindaca di Roma lettera morta”. Una comunicazione tramite posta elettronica certificata e destinata alla Regione Lazio esiste, ma è stata spedita fuori tempo massimo: “A meno che il Comune di Roma non voglia considerare la Pec con un progetto inviato oggi (19 settembre n.d.r.) dal Simu alle ore 16.36, quindi due ore dopo la conferenza stampa indetta in data odierna in Regione e pochi minuti dopo la nota di precisazione del Campidoglio. Si ricorda che il Bando è scaduto venerdì 15 settembre alle ore 14”.


Il Comune si muove in ritardo, ma non vuole sentire lamentele e proteste. Gli assessori, colti sul vivo, rispondono millantando interventi e proposte mai inviate: "Il Comune di Roma ha dato seguito tempestivo alla pubblicazione del bando regionale per la videosorveglianza, partecipando con un progetto presentato dal Dipartimento Infrastrutture. Lo stesso Dipartimento si è incaricato di informare i Municipi di Roma Capitale affinché presentassero i rispettivi progetti per la richiesta dei finanziamenti in oggetto”, ha dichiarato l’assessore alle Infrastrutture di Roma Capitale Margherita Gatta. Dichiarazione smentita dalla nota della Regione Lazio: solo una Pec e dopo 4 giorni dalla scadenza del bando.
La risposta dell'opposizione Pd in Campidoglio non si è fatta attendere: “All’assessore Gatta vogliamo dire che noi siamo molto attenti a verificare quanto succede nel comune di Roma. A poco più di un mese dalla sua nomina ad assessore con delega ai lavori pubblici, Roma ne ha già abbastanza della sua incompetenza – ha dichiarato la capogruppo del Pd capitolino Michela Di Biase - È evidente che un progetto non può solo essere solo annunciato con lettera della sindaca. Ed è ancora più grave che solo dopo la nostra denuncia di oggi sia stato mandato un elaborato fuori tempo massimo con l’intento di nascondere responsabilità e incompetenza. Verrebbe da dire che sulla videosorveglianza a Roma: ‘Gatta ci cova’. Consigliamo quindi alla neo assessora di fare celermente le valigie e lasciare un compito così gravoso ad altri".

LA ZANZARA PUNGE IL COMUNE
La videosorveglianza, però, non è l'unico argomento di discussione tra Regione e Comune. Se da un lato quello di Villa Borghese è il secondo stupro in una settimana nella Capitale – se non si considera quello sventato dall'intervento dei vigili urbani all'Ara Coeli - dall'altro anche la super zanzara è una spina nel fianco: “Vogliamo tranquillizzare romani e turisti su tutta la vicenda zanzara e Chikungunya, ripercorrendo tappa per tappa la cronologia degli eventi. Non vogliamo scaricare colpe su nessuno, né tantomeno assumerci responsabilità che non ci riguardano. Tutto quello che bisognava fare è stato fatto”, scrive Pinuccia Montanari sulla propria pagina Facebook. Precisazioni che l'assessore alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Roma ritiene doverose dopo gli attacchi ricevuti su tutti i fronti.
L'allarme riguardo al virus è stato lanciato venerdì 8 settembre, ma le prime misure contro la proliferazione delle zanzare infette sono partite ben oltre il weekend, giovedì 14 settembre. La giustificazione della giunta riguardava in quel caso le condizioni meteorologiche. Il fine settimana del 9 e 10 settembre, infatti, è stato quello dei grandi acquazzoni seguiti dagli allagamenti che hanno bloccato la Capitale. Disinfestare appena prima di un forte temporale, hanno sottolineato Raggi and Co. Sarebbe stato inutile. Certo è che la grande siccità della scorsa estate accompagnata dal caldo soffocante e seguita dalle piogge equatoriali di inizio settembre ha garantito l'habitat perfetto della comune zanzara tigre, vettore della Chikungunya.
E mentre anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta con una strigliata alla giunta 5 Stelle, è venuto alla luce un particolare di non poco conto: si è scoperto che a metà settembre il bando per la disinfestazione non era ancora stato assegnato. E che la giunta Raggi aveva preferito, fino all'emergenza virus, non prorogare l'incarico all'Ama - scaduto con la giunta Marino - come invece aveva fatto il prefetto Tronca durante il Giubileo.

MONTANARI DA' I NUMERI
L'assessore Montanari, comunque, è finita nel mirino anche dei cittadini romani, proprio per gli allagamenti del 9-10 settembre. Era il 4 del mese quando su Facebook sottolineava come i giornali mentivano nel dire che tombini e caditoie non fossero stati ripuliti: “Dicendo che la Capitale è sommersa dalle foglie non si informano correttamente i cittadini. Soprattutto se si mostrano le foto di qualche piccola criticità che ancora permane e non si dice una parola degli oltre 1.000 interventi effettuati nel solo mese di agosto”. Forse mille interventi non sono bastati a impedire che le strade diventassero fiumi e i cittadini si sono sbizzarriti a commentare il suo post allegando foto-documenti. Mille interventi tramutati in altrettanti post su facebook dove si consuma la propaganda degli attivisti a Cinque Stelle. Basta un operaio che pulisce un tombino per tramutare il lavoretto in una grande dimostrazione di efficienza. Pazienza se poi la macchina della comunicazione del Movimento sbagli ai numeri sull'estensione di Roma e la trasforma la capitale nell’intera Asia grazie ai 44 milioni di chilometri quadrati diverse. Basta modificare il post e il movimento salva Roma ma perde la faccia.