Roma
“Raggi ignora i beni comuni”. Catarci: “Subito un regolamento, Roma è pronta”
Altroché 1 vale 1, il sindaco ed il M5S ignorano le 183 associazioni e i 15.000 cittadini della Coalizione per i Beni Comuni. L'analisi di Andrea Catarci
di Andrea Catarci *
Prima firmataria “A Roma insieme”, ultima al numero 183 “Zero waste Lazio”, in mezzo l’elenco di associazioni, circoli e comitati di tutta la città che hanno condotto la campagna con cui si sono raccolte 15.000 firme a sostegno della delibera di iniziativa popolare finalizzata a introdurre un “Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei Beni Comuni”.
Attraverso tale strumento si persegue l’obiettivo di ridefinire i rapporti tra le amministrazioni locali e quanti offrono il proprio contributo volontario per la cura del territorio, puntando sulla collaborazione e basandosi sul principio di sussidiarietà orizzontale.
Molte delle realtà di base riunite nella Coalizione per i Beni Comuni nel recente passato hanno vissuto direttamente sulla propria pelle lo s-governo della giunta Raggi, che nello specifico si è tradotto in una completa deresponsabilizzazione dell’Ente locale. Si ricordi per tutti il caso del Comitato Parco Giovannipoli, che insieme al Comitato Grottaperfetta ha contestato fino al Tar il regolamento del verde urbano approvato dalla giunta pentastellata, in particolare negli articoli che hanno aumentato i costi assicurativi e previsto un tortuoso iter burocratico per affidamenti senza rilevanza economica. Alcune delle persone che rappresentano sul piano legale le associazioni, poi, sono state persino chiamate a rispondere in cause civili e penali di incidenti avvenuti nelle strutture avute in custodia: come se Roma Capitale avesse venduto il proprio territorio o non esistesse!
La compagine grillina ha scelto di mantenere lo status quo anche dopo la raccolta di firme e la presentazione della delibera con la proposta alternativa, alla faccia della retorica profusa prima e dopo la vittoria elettorale del 2016 sulla partecipazione, sull’1 vale 1 e sulla volontà di favorire il protagonismo della cittadinanza. Quando lo scorso 20 ottobre l’atto è arrivato in aula, i consiglieri M5s si sono astenuti e hanno reso vano il voto favorevole espresso da tutte le opposizioni. La Coalizione non si è arresa e ha proposto un incontro tra gli assessori ai Beni Comuni di Torino e Latina e la maggioranza, per chiarire i dubbi. In esso è stata sottolineata la validità del Regolamento proposto a livello giuridico e legislativo, illustrando come si otterrebbero vantaggi sia per la cittadinanza che per il Campidoglio e come non si possa limitare la regolamentazione alle aree verdi. Purtroppo neanche questo sembra essere sufficiente, con i consiglieri m5s che si mantengono gelosamente aggrappati ai loro dubbi: il Presidente della Commissione comunale Patrimonio, Francesco Ardu, ha sostenuto che Roma non è pronta per un provvedimento del genere e che al massimo la proposta è applicabile solo ad alcune aree verdi, non al tema centrale degli immobili.
Per la Coalizione si tratta di una scelta inaccettabile, che “non solo offende la cittadinanza attiva ma che tenta di nascondere anche il ruolo che oggi i tanti cittadini e le tante cittadine hanno a Roma”, città in cui “il tessuto sociale, è bene ricordarlo, si regge in piedi solo grazie alla volontà e caparbietà delle decine e decine, centinaia di romani (e non) che non ci stanno più a vivere in una città non governata. Un esempio su tutti è la pandemia, con famiglie intere che sono sostenute grazie al volontariato e da chi, da mesi, si sta mettendo al servizio del prossimo rischiando la propria vita per non lasciare nessuno indietro”.
A non essere preparati sono una Sindaca e una giunta che in oltre quattro anni e mezzo hanno dimostrato per intero la loro inadeguatezza. In ogni occasione hanno scelto di mortificare l’attivismo sociale e le realtà civiche e di movimento che ne sono i migliori interpreti, con provvedimenti ostili o con minacce di sgomberi motivate da un distorto concetto di legalità e ordine. La ricandidatura per il 2021 ha cambiato molte delle modalità di comunicazione della Raggi ma ha lasciato inalterato tale aspetto sostanziale, stavolta a spese della Coalizione per i Beni Comuni.
La prossima settimana infatti si torna in aula per una seconda votazione. Roma non solo è pronta ma ha urgente bisogno di un regolamento per la gestione condivisa dei Beni Comuni che permetta ai cittadini attivi di non essere più soli. Gli unici a non esserne consapevoli sembrano essere la Sindaca e i suoi, troppo impegnati a tagliare nastri e a sbrodolarsi lodando le azioni del proprio s-governo. Fanno ancora in tempo a cambiare idea, ad approvare la delibera di iniziativa popolare e a evitare di infliggere un ulteriore danno alla collettività. Se però non sarà così, le forze democratiche non lascino sola la Coalizione per i Beni Comuni e proseguano insieme a essa nelle mobilitazioni per arrivare all’adozione del regolamento.
* Andrea Catarci, coordinatore del Comitato scientifico di Liberare Roma