Roma
Raggi, il web fa pollice verso ma ha la maggioranza. Web reputation in calo
La parabola negativa inizia dopo le Olimpiadi. Il crollo con Marra
“In forte calo la reputazione online di Virginia Raggi a causa dei numerosi episodi controversi che hanno finora caratterizzato la sua amministrazione. Più della metà degli utenti che scrivono di lei su internet continuano però a sostenerla”.
Dal gennaio 2016 al gennaio 2017, emerge da uno studio di Reputation Manager, l’attività svolta durante i primi mesi di mandato ha determinato una forte contrazione dei contenuti positivi nelle conversazioni online sulla sindaca, scesi dall’80 al 52% e ha provocato un’impennata di commenti negativi, cresciuti dal 20 al 48%. Lo rende noto l'Agenzia Italia che ha pubblicato sul sito web i risultati della ricerca
Come è stata svolta la ricerca
L'istituto, il principale in Italia nell'analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, ha monitorato oltre 5.000 contenuti UGC (User Generated Content), cioè i contenuti generati dagli utenti nei diversi canali online: commenti agli articoli, post sui blog, discussioni su Facebook. L’analisi è divisa in due differenti archi temporali - prima e dopo l’elezione a sindaco - con un focus sui cambiamenti di reputazione avvenuti dopo la consegna dell’avviso di garanzia. Obiettivo della ricerca analizzare il cambiamento del "sentiment" nei confronti di Virginia Raggi dal momento della candidatura alla ricezione dell’avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulla nomina a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio di Renato Marra. Lo studio quindi non entra nel merito della veridicità delle affermazioni ma, semplicemente, fotografa la percezione degli utenti.
Se nel periodo gennaio-giugno 2016 (quindi tutto il semestre che ha preceduto l’elezione a sindaco) le conversazioni online su Virginia Raggi esprimevano un sentiment positivo in 8 casi su 10 (80% a fronte di un 20% di negatività), dall’insediamento del sindaco a oggi (giugno 2016 – gennaio 2017) il tono delle discussioni è peggiorato, con le negatività che hanno quasi raggiunto la metà del totale (48%, un dato che continua a crescere) mentre quelle positive si sono attestate al 52%, perdendo oltre 25 punti percentuali. In altre parole: da quando ha iniziato ad agire come sindaco, sono più che raddoppiate le conversazioni con contenuti lesivi nei confronti dell’operato di Raggi.
L'ad di Reputation Manager Barchiesi
“Virginia Raggi è riuscita a entusiasmare il popolo della Rete in fase di campagna elettorale, in quella che possiamo definire una fase di dichiarazioni d’intenti, salvo poi perdere i ‘crediti’ maturati in termini di fiducia e reputazione quando ha iniziato a svolgere il ruolo di sindaco. In questo cambiamento di tendenza, ha certamente influito un elemento fondamentale, cioè che la rete non dimentica", spiega Andrea Barchiesi, fondatore e amministratore delegato di Reputation Manager, "questo significa che può riemergere una dichiarazione, una e-mail o un tweet di qualche tempo prima che contrasta con un’azione o una dichiarazione di oggi. È il caso, ultimo in ordine cronologico, della presa di posizione del sindaco in favore dei taxisti in occasione delle recenti agitazioni, in netto contrasto con posizioni del movimento di due anni prima.”
Le tendenze dei commenti
Le tematiche più dibattute .Un altro elemento da sottolineare è il cambiamento degli argomenti discussi in rete, relativamente a Virginia Raggi, prima e dopo l’avviso di garanzia. Se fino al 24 gennaio 2017 il paniere degli argomenti era molteplice (Olimpiadi, Referendum Costituzionale, ordinanze e formazione delle giunta), da quella data gli argomenti si sono focalizzati sui fratelli Marra e sulla richiesta di dimissioni, come emerge anche dal World Cloud delle conversazioni, che raccoglie le parole più utilizzate negli scambi online sulla sindaca.
I canali utilizzati. Prima delle elezioni le conversazioni sui canali social erano il 36% del totale, con un 5% di negatività, per poi salire al 56% dopo l’elezione a sindaco, con le negatività passate al 35%. Stesso trend per le principali testate giornalistiche online, che hanno visto aumentare i commenti negativi alle news, passati dal 24% della campagna elettorale al 57% del dopo elezioni.