Raggi e Zingaretti, crolla il giudizio dei cittadini. Virginia ultima d'Italia
Il monitoraggio semestrale sul gradimento degli amministratori locali spedisce Roma “all'inferno”
Virginia Raggi e Nicola Zingaretti, uniti da un insolito destino: nella classifica dei sindaci e dei presidenti di regione lottano per il fondo della graduatoria. Senza alcuna pietà contro la città Capitale e la sua regione, la classifica dei Monitor, il monitoraggio semestrale dell'Istituto di Natascia Turato, che rileva la soddisfazione nei confronti del lavoro dei sindaci e dei Presidenti di Regione, fotografa il declino inesorabile della politica “alla romana” e dell'azione amministrativa verso una popolazione di 5 milioni di abitanti.
Se Zingaretti “si salva” slittando dal settimo al nono posto, la valutazione dei cittadini raccolta e analizzata da Index Research nei confronti della sindaca/sindaco di Roma è impietosa: tra i “fasciati tricolore” delle più importanti città italiane, lady Raggi è al numero 88 della classifica, come se Roma fosse meno di un capoluogo di provincia inferiore ai 100 mila abitanti. Se poi si fa il paragone con Torino e con la collega donna e 5 Stelle, Chiara Appendino, il match si conclude al primo set senza neanche l'onore delle armi: la Appendino è al numero 21 della classifica, distante 67 posti dalla romana che sogna la funicolare. E c'è da aggiungere che la Appendino è in caduta ibera rispetto alla rilevazione di 6 mesi fa.
Letta al contrario, la classifica sulla soddisfazione di Index Research che misura il gradimento di sindaci e governatori con oltre il 55 per cento, porta la Raggi tra “i peggiori d'Italia”. E se per caso si fa il paragone con i big del consenso sull'azione amministrativa la distanza di Roma dalla qualità è palese: in testa c'è Dario Nardella (Firenze) poi Luigi Brugnaro (Venezia), Federico Borgna (Cuneo), Matteo Ricci (Pesaro) e Giorgio Gori (Bergamo).
Zingaretti sotto la soglia del 50 per cento di gradimento
Monitor Regione, dà una spallata anche al ri-candidato Nicola Zingaretti. L'uomo di punta del Pd locale che tenta di ricucire lo strappo con Giuliano Pisapia è bocciato da più del 50 per cento dei cittadini del Lazio. Lo sguardo alla classifica reale lo fa slittare impietosamente come un gatto delle nevi su una macchia d'olio: intesta c'è Luca Zaia (Veneto), poi Sergio Chiamparino (Piemonte) quindi Michele Emiliano (Puglia) seguito da Enrico Rossi (Toscana) e poi da Maurizio Marcello Pittella (Basilicata).
Monitor Sindaci: chi sale, chi scende e chi non c'è
Il miglior sindaco d'Italia è Dario Nardella, ex deputato Pd, alla guida di Firenze dal 2014: il 62,1% dei suoi concittadini hanno espresso soddisfazione nei confronti del lavoro svolto dalla sua amministrazione. Lo rivela il monitoraggio di Index Research che stila la classifica dei 38 sindaci italiani più apprezzati.
Al secondo posto l'imprenditore e dirigente sportivo Luigi Brugnaro sindaco di Venezia eletto con il centrodestra. Rispetto ad un anno fa guadagna due posizioni e il 61,5% dell'apprezzamento.
Balzo in avanti per Federico Borgna, riconfermato per la seconda volta sindaco di Cuneo lo scorso giugno al primo turno. Rispetto ad un anno fa, lo aprezza il 5,5% in più della popolazione.
In quarta posizione Matteo Ricci (Pd), primo cittadino di Pesaro. Chi perde punti è invece l'imprenditore Giorgio Gori, sindaco di Bergamo a capo di una coalizione di centro sinistra. Per lui brusco capitombolo dal vertice della classifica al quinto gradino: in un anno ha perso due punti e mezzo.
La prima donna sindaco in classifica è Silvia Marchionini di Verbania, si aggiudica il quattordicesimo posto. Bisogna scorrere fino al ventunesimo per trovare la seconda, la M5Stelle Chiara Appendino, primo cittadino di Torino che però, dopo la luna di miele con la sua città, perde terreno e balza indietro dalla decima alla ventunesima posizione.
Da segnalare la buona performance dell'ex grillino Federico Pizzarotti: rieletto a giugno sindaco di Parma con la sua lista “Effetto Parma”, rispetto al 2016 ha guadagnato diverse posizioni ed è salito al 56,3% di apprezzamento.
La classifica dei Governatori
E' Luca Zaia il Governatore più amato d'Italia: il presidente del Veneto è apprezzato dal 58,3% dei cittadini intervistati. Secondo l'istituto di ricerca diretto da Natascia Turato, dunque, a conquistare la medaglia d'oro nel primo semestre 2017 è un'amministrazione della Lega Nord.
A sorpresa, al secondo posto Sergio Chiamparino (56,4%), presidente del Piemonte eletto con il Pd. La sua è stata una vera e propria scalata: in un anno ha guadagnato ben sei posizioni accrescendo il suo consenso del 6,2%.
Sul terzo gradino del podio Michele Emiliano: il Governatore della Puglia, che nel 2016 guidava la classifica, è scivolato di due posizioni, conquistando il 56,1% dei consensi, l'1,3% in meno rispetto all'ultima rilevazione.
Salgono di un posto rispettivamente Enrico Rossi (Pd), Governatore della Toscana con il 53,3% e Maurizio Marcello Pittella della Basilicata (53,5%).
Scende invece Giovanni Toti (FI), presidente della Liguria, che ha dovuto cedere tre posizioni perdendo lo 0,6%.
Perde punti anche Nicola Zingaretti (Pd): il Presidente della Regione Lazio scivola dalla settima alla nona posizione e il suo consenso scende sotto la soglia del 50%.
In grande ascesa invece Roberto Maroni (Lega Nord) alla guida della Lombardia, che dagli ultimi posti della classifica nel 2016 sale all'undicesima posizione guadagnando cinque punti e mezzo.
La prima donna in classifica è Catiuscia Marini, Governatore dell'Umbria al tredicesimo posto (45,6%), dopo di lei Debora Serracchiani (Pd), presidente del Friuli Venezia Giulia, quartultima in classifica (44,7%).
Si conferma all'ultimo posto il siciliano Rosario Crocetta con solo il 26,8% dell'apprezzamento, prossimo alla scadenza.
Nota metodologica Index Regione:
Metodo di raccolta: Interviste telefoniche con metodologia C.A.T.I. Con questionario strutturato
Campione 800 casi per ciascuno regione, stratificato per caratteristiche socio-demografiche (sesso ed età) e geografiche (province e ampiezza centri).
Data realizzazione: Marzo-giugno 2017.