Roma

Rebibbia, sventata un'evasione dal carcere. I sindacati lanciano l'allarme

“Durante l’ora dei passeggi, un detenuto, minorato e con problemi psichiatrici, credendo di non essere visto, ha sfondato un cancello esterno per fuggire

Sventato un tentativo di evasione, ieri pomeriggio, mercoledì 31 gennaio, dal carcere romano di Rebibbia. Lo denuncia il Sappe. Il sindacato, sottolineando la professionalità e l'astuzia degli agenti, hanno riportato in auge un problema legato al penitenziario romano.

Cosa è successo

“Durante l’ora dei passeggi, un detenuto, minorato e con problemi psichiatrici, credendo di non essere visto, ha sfondato un cancello esterno del cortile ed ha iniziato a dirigersi verso gli uffici della Direzione, adiacenti l’uscita del carcere - racconta Maurizio Somma, segretario nazionale del sindacato - Il personale di Polizia Penitenziaria si è immediatamente accorto del tentativo di fuga ed è intervenuto, bloccandolo. Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”. Un fatto che evidenzia, per Somma, una "situazione penitenziaria è sempre più critica”.

Situazione critica

“Sono decenni che Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha parole di elogio per i poliziotti di Rebibbia che hanno sventato l’evasione: “E’ solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. I nostri Agenti sono stati bravissimi a fermare il fuggitivo. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini”. E definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto Lazio-Abruzzo-Molisedal 1° settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 236 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, otto proteste collettive con sei rifiuti di entrare in cella. Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 56 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 9 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 6 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.

Più presenza dello Stato

“Nelle carceri della Nazione, e del Lazio in particolare, serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”.