Roma
Recovery Fund, la nota spese della Raggi a Draghi: "Servono 25 miliardi"
Il sindaco di Roma alla Camera chiede anche la proroga del Dl Semplificazioni e la modifica del Codice degli appalti
di Alessio Garofoli
Venticinque miliardi e non nove del Recovery Fund dovrebbero essere destinati a Roma. In più c'è da modificare il Codice degli appalti e da prorogare il decreto Semplificazioni. Ecco la nota spese che Virginia Raggi recapita al governo Draghi.
Ora che c'è Mario Draghi a palazzo Chigi l'arrivo del denaro europeo stanziato per assorbire la botta del virus e ricostruire l''economia del futuro, il cosiddetto Recovery Fund/Plan, ovvero Next Generation Eu, andrà più liscio di quanto non sembrasse qualche settimana fa. Ma è questa generazione e non la prossima che spenderà i soldi, così le istanze si moltiplicano. "Roma Capitale ha presentato 159 progetti per un totale di 25 miliardi di euro da finanziare attraverso il Recovery Fund. Le nostre richieste - tra queste, tra le altre, la riqualificazione del Tevere, la valorizzazione dei Fori Imperiali, delle Mura Aureliane e di Colle Oppio - hanno portato ad un primo intervento per circa 9 miliardi, finalizzati soprattutto per il settore Turismo e Cultura. Non bastano". Parola del sindaco di Roma Virginia Raggi, in audizione in commissione Bilancio della Camera sul "tesoretto" Ue. "Roma e l'Italia hanno necessità di investimenti infrastrutturali: nella Capitale puntiamo sul prolungamento della Metro C, nuove linee metropolitane e tranviarie. Abbiamo presentato progetti per 12 miliardi solo sui trasporti". Vaste programme.
Del resto, prosegue Raggi, "spesso si accusa la cattiva politica di non saper programmare e guardare solo al tornaconto politico". Ma, dice, "il lavoro sul Recovery fund a Roma è stato fatto grazie alla programmazione messa in campo fino al 2020 ed è inserito in un piano ampio che ha come obiettivo il rilancio della Capitale", che punta su "Recovery fund, Giubileo 2025 ed Expo 2030 che sto cercando di portare a Roma". Una nota spese più lunga basata su "uno scenario almeno decennale di trasformazione della città". Ma non basta perché i fondi, se pure si hanno, bisogna poterli impiegare, sconfiggendo il mostro della burocrazia. E dunque ci sono anche richieste legislative. Raggi chiede di valutare "la proroga del Decreto Semplificazioni. Uno degli effetti positivi di quel decreto è sotto gli occhi di tutti qui a Roma: l'apertura di centinaia di cantieri", sostiene. "Questo significa soprattutto dare ossigeno alle imprese e creare posti di lavoro in un momento drammatico per il Paese. Il lavoro è la nostra stella polare". E nel mirino finisce di nuovo l'ultimo Codice degli appalti approvato nel 2016, rispetto al quale il primo cittadino fa "un appello che, sono certa, è condiviso dalla maggior parte degli amministratori e sindaci: si intervenga sul Codice appalti in modo deciso per consentire di investire le risorse del Recovery Fund, altrimenti l'Italia rischia di avere i fondi ma di non poterli spendere". La palla passa all'esecutivo.