Roma
Recovery Plan: "Basta chiacchiere da salotto, i romani meritano rispetto"
L’occasione di un intervento statale a favore di Roma è veramente storica e la politica deve assumersi le responsabilità di decidere
di Giuliano Pacetti *
Recovery plan, è giunta l’ora del fare. Basta chiacchiere, aspettiamo posizioni pubbliche del Presidente del Consiglio Conte e di tutti i partiti presenti in Parlamento, nessuno escluso. Roma e i romani meritano rispetto. Dico a Crimi, a Zingaretti, a Salvini, a Meloni e agli altri capi partito che affollano sala e salette parlamentari, che monopolizzano la presenza televisiva, che dicono e promettono cose che poi non mantengono, che non bastano più segnali, ma azioni concrete.
Dipende solo da loro? Certamente no, serve anche una posizione chiara e decisa del Presidente del Consiglio. Quel Giuseppe Conte che ultimamente ha avuto modo di affermare, rispondendo alla domanda di un giornalista: “Ci sono dossier che si trascinano da anni. Aspettavate me per risolverli?”. Nel caso di Roma, diciamo a Giuseppe Conte che sì, aspettavamo proprio lui, al quale mai è mancata la nostra fiducia.
Siamo consapevoli, come afferma il Presidente Conte, che Alitalia è importante, in quanto vettore di bandiera e che Ilva, con il suo carico straordinario di problematiche, lo è ancora di più. Siamo consapevoli che il CoVid-19 è una battaglia dura che toglie energie a tutti. In particolare al Presidente Conte che alla fine si fa carico di prendere decisioni difficili a tutela della salute di tutti gli italiani.
Capiamo tutto questo, ma l’occasione di un intervento statale a favore di Roma è veramente storica e la politica, come ama dire il Presidente Conte, deve assumersi le responsabilità di decidere. Da qui a febbraio 2021 ci sono tutti gli spazi e i tempi per evitare a Roma la solita marginalizzazione. E il Movimento5Stelle nazionale deve farsi carico delle necessità di Roma e dei romani. Se gli altri partiti si mettono di traverso, pazienza. Sarà la storia a condannarli come coloro che non hanno consentito a Roma di essere alla pari con le altre capitali europee. Si tratta di portare avanti e sostenere nelle aule parlamentari due prerogative essenziali al funzionamento della città: poteri di intervento e aiuti adeguati al ruolo di Capitale del Paese.
E non ci sono scuse che tengono: da quando Virginia Raggi è Sindaca di Roma la macchina amministrativa è tornata a funzionare, si fanno gli appalti e l’azione di contrasto alla criminalità è sotto gli occhi di tutti. Se non altro si mostri rispetto a chi per difendere e rappresentare la propria città vive sotto scorta.
A Crimi, Zingaretti, Salvini, Meloni e il resto dei capi partito, che hanno in mano le sorti dell’Italia, ricordo che la città grazie a Virginia Raggi si è scrollata di dosso l’epiteto di “Roma ladrona” e oggi può a buon diritto rivendicare attenzione. Anche perché l’immagine della Capitale è l’immagine del Paese.
Ai miopi della politica, a coloro che non hanno uno sguardo presbite neanche a pagarlo oro, mi permetto di ricordare che in tema di trasferimenti ai comuni Roma prende circa un terzo di quelli di Milano (900mila euro per Km2 Roma e 2milioni e 600mila euro Milano) e poi gli si chiede di migliorare la mobilità, di avviare una rigenerazione urbana, di rafforzare le strutture turistiche e i presidi culturali, di migliorare il ciclo dei rifiuti e di essere più accogliente. Ogni mattina Roma accoglie, oltre alla nutrita pattuglia politica fatta di parlamentari e portaborse, una città di pendolari di oltre 300mila persone che alla sera fa ritorno a casa. Ed offre a tutti i servizi di accoglienza.
Lo scorso 8 settembre, intervistato da Maria Latella alla festa dell’unità di Modena, il Presidente del Consiglio Conte, rispondendo a domande sul Recovery Plan, fu categorico nel dire che ci sarebbe stato un Progetto importante anche per Roma. Lo abbiamo preso in parola e abbiamo inviato progetti e importi di spesa ed ora la città Capitale d’Italia aspetta risposte: dal Governo e da tutti i partiti presenti in Parlamento.
I gruppi politici capitolini sono tutti concordi sulle misure da prendere per la Roma che verrà, a prescindere da chi sarà a governarla. I gruppi politici nazionali (sembrerebbe) altrettanto. Dalle parole si passi allora ai fatti, perché i giri di walzer e gli interessi di bottega a pagarli non sarà Roma, ma l’Italia intera.
* Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Assemblea Capitolina
e Consigliere delegato dell’Area Metropolitana di Roma