Roma

Referendum Atac, da Calenda a Giachetti: "sì" del Pd per affossare l'M5S

I democratici giocano la carta del voto dell'11 novembre per scuotere il Campidoglio

Altro che bivio processo per Virginia Raggi, il futuro della giunta M5S si decide l'11 novembre. Da Calenda a Giachetti, gli esponenti romani del Pd compatti verso il "sì" al referendum.

 

I democratici fanno "all in" e puntano tutto sul referendum promosso dai Radicali per affossare l'amministrazione grillina. Scuotere Atac per scuotere il Campidoglio. Questo in sintesi il pensiero, e le speranze, del Pd, che prova la "spallata" definitiva al sindaco Raggi, che ha strettamente legato la propria sorte a quella del risanamento della municipalizzata dei trasporti. Nasce così "I democratici votano sì", l'iniziativa che raccoglie parlamentari e amministratori Pd, da Marianna Madia a Walter Tocci, passando per Roberto Giachetti a Roberto Morassaut e Andrea Casu.  "L'Atac è il paradigma dei fallimenti della amministrazione M5s - ha spiegato Luciano Nobili, deputato dem- il quorum e il sì al referendum sarebbero come una sentenza politica di condanna per l'amministrazione, uno shock per l'azienda e la città".

"Ci vuole una leva per 'alzare' la situazione di Roma, che non può andare avanti così, e questo può essere il referendum - ha fatto eco Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico - È l'unica strada, dopo che leabbiamo provate tutte". Calenda ha poi sottolineando: "Va data una spallata, è questa può essere quella giusta perchè non è distruttiva ma costruttiva. Lo dobbiamo fare senza targare questa iniziativa ma dando un contributo forte".

Per Zanda, il referendum cade in un momento strategico: "Qualcosa si muove nella società, mi hanno colpito le manifestazioni di piazza del Popolo, quella del Campidoglio, quella di Milano. Sabato sarà la volta di Torino. È il momento giusto, la città di Roma può rispondere, contribuire a dare una scossa positiva per il Paese. Se ci sarà, molte cose potranno cambiare".

Riccardo Magi, promotore del referendum, ha invece parlato del referendum come di una "consultazione estremamente scomoda che non ha avuto alcun contributo dalle istituzioni". Il deputato radicale ha poi raccontato l'ultimo episodio "grave e inopportuno", che ha colpito il comitato promotore: "Chiederemo conto alla Raggi del fatto che, su chiamata diretta del comune, gran parte degli scrutatori siano i dipendenti dell'Atac".