Referendum Atac, ecco i bus dei Radicali. Parte lo spot per la messa in gara
Nascono nove fermate “fuori legge” per dire stop al monopolio del trasporto pubblico
Referendum Atac, Radicali presentano linea di bus “clandestini”. Corse gratuite e raccolta firme per per la messa in gara dell'azienda.
Nasce la “Linea R”, nuova iniziativa di disobbedienza civile dei Radicali di Roma. Da mercoledì 28 giugno un mezzo, totalmente gratuito, attraverserà nove fermate in corrispondenza dei grandi capolinea e punti di snodo in quattro quadranti della città: piazza San Giovanni di Dio, Cipro, piazza Mancini, Conca d'Oro, Porta Maggiore, piazza Malatesta, Colli Albani, San Paolo e stazione Trastevere. Un servizio di trasporto “collettivo” alternativo a quello autorizzato, presentato da Radicali Italiani e Radicali Roma per rafforzare la raccolta firme sul referendum "Mobilitiamo Roma" per la messa a gara del tpl della Capitale. "A ogni fermata del bus della 'linea referendaria' raccoglieremo le firme e ci renderemo disponibili a trasportare gratuitamente i cittadini lungo il percorso, come disobbedienza civile per porre con forza l'urgenza di superare il monopolio disastroso di Atac", annuncia il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, che oggi ha raggiunto la sede del comitato referendario proprio alla guida del bus della "Linea R" griffato "Se non firmi t'ATtACchi": slogan della campagna di comunicazione che impazza in rete e sui social network anche grazie alla serie di spot satirici. Al suo fianco Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma.
Il numero uno del partito Radicali, poi, continua, sottolineando il disastroso stato di salute dell'azienda: "Il trasporto pubblico capitolino vive un'agonia, soltanto ieri 20 linee dell'Atac si sono fermate per mancanza di mezzi e con il caldo la situazione si aggrava di giorno in giorno", spiega Magi, "i cittadini sono esausti, ogni fermata della 'Linea R' sarà anche un'occasione per informarli sulla nostra iniziativa e sfatare i luoghi comuni, a partire dallo spauracchio della privatizzazione agitato da alcuni sindacati e forze politiche. Una privatizzazione surrettizia è quella che prepara chi, come la sindaca Raggi, vorrebbe continuare ad affidare il servizio in house ad Atac anche dopo il 2019, nell'attesa che qualche privato la compri, passando così da un monopolio a un altro. La nostra invece è un'iniziativa pienamente a favore del pubblico. Spezzare il rapporto perverso tra Comune e Atac nel quale controllore e controllato coincidono, affidare il tpl con una gara trasparente a chi - pubblico o privato che sia - sappia farlo funzionare meglio significa infatti restituire all'amministrazione comunale il ruolo di programmatore, regolatore e controllore del servizio e mettere al centro non più la sorte di un'azienda fallita, ma la qualità del servizio: unico "bene comune" che interessa ai cittadini. Come ha spiegato bene l'Antitrust, soprattutto in un settore così importante per la vita delle persone come quello dei trasporti, le gare sono lo strumento migliore per favorire servizi efficienti. Per questo il nostro referendum è l'unica proposta di riforma seria attualmente sul tappeto a Roma, in questo settore e non solo, e fa leva sulla democrazia diretta, tanto evocata dal M5S".
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