Referendum Roma: votanti al minimo storico. Urne disertate in provincia

Referendum i romani se la prendono comoda e alle 23 di domenica l'affluenza al voto arriva al 32,45%, ben 7 punti in meno della media nazionale.

Ma la Capitale non solo fa i conti con una “disaffezione alle urne” per esprimersi sul su quesito referendario. L'incubo delle diserzione di massa di presidenti di seggio e scrutatori ha costretto a richiamare in servizio 250 agenti della Polizia Municipale ma anche parenti e amici dei dipendenti comunali.

All'apertura dei seggi sono state verbalizzate 760 surroghe su 2600 seggi. Un record che non trova eguali nella storia del voto romano. Paura Covid o disaffezione alla politica, i romani difficilmente potranno arrivare all'affluenza registrata in occasione del precedente referendum, quello del dicembre 2016, quando alle urne andò il 61,95% della popolazione votante.

I Comune della Provincia “maglia” nera per l'affluenza alle 23 di domenica, sono stati Montorio Romano col 21%, seguito da Mazzano Romano col 26,5% poi Marcellina col 27,7% e a pari merito Ardea e Anticoli Corrado col 24,9.

L'affluenza massima si è avuta a Marano Equo col 74,88% della popolazione che ha votato nel primo giorno seguita da Percile col 70,54% San Gregorio da Sassola col 68,1.

Seggi aperti sino alle 15 poi lo spoglio. Grande attesa per gli esiti delle Comunali in 15 località della provincia. Nella Provincia di Roma il Comune più popoloso al voto è quello di Albano Laziale che conta oltre 38mila abitanti. Finita l'era del esponente Pd Nicola Marini, al suo posto il Centrosinistra candida Massimiliano Borelli, consigliere comunale e attuale presidente del Consiglio comunale. Borelli è un uomo fidato di Zingaretti visto il suo passato nello suo staff quando era presidente della Provincia di Roma e in Regione Lazio. Contro Borelli il Centrodestra schiera Matteo Orciuoli ed il Movimento 5 Stelle Luca Nardi. Chiude la rosa dei candidati Bruno Valentini per il Pci.