Roma
Regeni, processo agli 007 egiziani. I genitori di Giulio: "Ora giustizia"
Al via la seconda udienza del processo a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell'omicidio di Giulio Regeni
Riparte oggi, lunedì 18 marzo, la seconda udienza del processo a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell'omicidio di Giulio Regeni, ricercatore di Fiumicello ucciso al Cairo nel 2016 in circostanze ancora non chiarite.
Nel corso della prima udienza del processo, il 20 febbraio scorso, sono state avanzate dai difensori una serie di eccezioni per chiedere la nullità del decreto che dispone il giudizio cui i giudici scioglieranno la riserva oggi.
Diplomazia alla sbarra
Un procedimento che potrebbe veder sfilare, in qualità di testimoni, ex premier, ex ministri, e funzionari che hanno ricoperto, all'epoca del drammatico omicidio, ruoli apicali nei servizi di sicurezza e alla Farnesina. Le parti processuali hanno depositato all'attenzione dei giudici della prima Corte d'Assise la lista dei testi chiedendo di convocare a piazzale Clodio anche l'attuale presidente della Repubblica egiziana, Abdel Fattah al-Sisi.
Anche Renzi chiamato come teste
Tra le persone "citate" e sui quali dovranno esprimersi i giudici anche l'ex premier Matteo Renzi e l'ex ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. E ancora: Marco Minniti, ex responsabile dell'autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, i tre capi dei servizi segreti che si sono succeduti nel tempo e l'allora segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni oltre all'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi.
Gli imputati
Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, le accuse sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Al termine di un tortuoso iter giudiziario e dopo che la Consulta, nel settembre scorso, aveva fatto uscire il procedimento dal pantano in cui era finto a causa dell'assenza degli imputati, il Giudice per l'udienza preliminare di Roma ha deciso il rinvio a giudizio per il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif.
Parte civile
Nel processo si è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio che ha sollecitato, in caso di condanna degli imputati, un risarcimento di 2 milioni di euro. Nell'atto di costituzione di parte civile l'Avvocatura dello Stato scrive che si è in presenza di "un orrendo crimine" che "ha colpito profondamente la comunità nazionale, per le incomprensibili motivazioni e per le crudeli modalità di esecuzione".
La Meloni in Egitto
Intanto la premier Giorgia Meloni, nel corso della missione al Cairo che la vede impegnata con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha dichiarato che, sul caso Regeni "l'Italia cercherà di ottenere qualcosa di piu'" per "andare avanti sul fronte della legalità e della giustizia". "L'Italia pone tendenzialmente sempre questa questione, c'è un processo in corso in Italia e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione in materia", ha chiarito Meloni. Diverso però il parere delle opposizioni, che chiedevano a gran voce che la premier ponesse la questione ad al-Sisi, ma hanno sottolineato come, dai resoconti della presidenza egiziana sui bilaterali tra i due, non sembra essere traccia di un accordo sul caso Regeni.
I genitori di Giulio
"Siamo ostinatamente presenti e vogliamo giustizia". Così Claudio e Paola Regeni prima di entrare in tribunale a Roma dove oggi è in programma la seconda udienza del processo a carico di quattro 007 egiziani accusati di avere rapito, torturato e ucciso Giulio. I genitori del ricercatore non hanno voluto rilasciare dichiarazioni sulla visita della premier Meloni ieri al Cairo. All'esterno del tribunale sit in di solidarietà a cui hanno preso parte a cui hanno preso parte anche i vertici della Fnsi.